Perplessità attorno a un progetto di bio-raffineria di fanghi civili. Intervista a Tawanda Chitiyo, imprenditore trentenne di Mutare, Zimbabwe.

Un progetto innovativo di bioconversione in combustibile di fanghi di depurazione civile in Zimbabwe. Ma il costo basso, la scarsa trasparenza e l'inconsistenza della cordata imprenditoriale suscitano perplessità.

La stampa africana sta dando molto risalto a un progetto di conversione di fanghi di depurazione civile a Mutare, in Zimbabwe. Il problema dei fanghi è molto rilevante anche dalle nostre parti, come dimostrano le vicende riguardanti lo smaltimento illecito in agricoltura in Polesine.

Per questo motivo grande interesse destano le proposte tecnologiche riguardanti la trasformazione di questi rifiuti in sostanze simili a petrolio da raffinare, di cui abbiamo parlato in Petrolio da fanghi di depurazione, che descriveva un interessante processo basato su temperatura e pressione.

L'output del processo era rappresentato da acqua pulita e da una sostanza oleosa da raffinare. Questo fatto rende abbastanza inutile la scalabilità dell'impianto poiché una macchina di piccole dimensioni potrebbe non trovare uno sbocco per l'output oleoso, che notoriamente necessita di scale estremamente estese.

Suscita perplessità il fatto che l'avanguardia di tale tecnologia sia Mutare, che con tutto il rispetto per la nobile Africa, non pare il centro del mondo per tecnologia, né per produzione di rifiuti. Oltre a questo, pare che l'impresa sia guidata da un giovanotto privo di capitali e di preparazione tecnica, Tawanda Chitiyo, senza che trapeli quali sono le forze che lo sostengono in questo progetto.

Chitiyo si descrive semplicemente come "un imprenditore e un entusiasta del cambiamento climatico (sic)." Chitiyo ha messo insieme un gruppo di esperti che ha elaborato un progetto per costruire quella che definisce una "bio-raffineria" a Mutare, producendo gas, elettricità e gasolio da fanghi urbani. L'ammontare dell'investimento è irrisorio: 10 milioni di dollari USA, pari a 8,2 milioni di euro.

Le collaborazioni tecniche sono, nell'ordine: la Zimbabwe Energy Regulatory Authority per le autorizzazioni, il fornitore di energia elettrica ZETDC per l'immissione in rete del surplus energetico e la Rodan Engineering Company, una società di ingegneria tedesca che fornirà l'attrezzatura.

Il supporto scientifico sarebbe assicurato dal centro di ricerca sui cambiamenti climatici dell'Harare Institute of Technology e Astra Innovations, una società tecnologica tedesca, probabilmente emanazione del costruttore dell'impianto.

Chitiyo avrebbe concordato un'intesa con la città di Mutare per trattare le migliaia di chilogrammi di fanghi urbani degli impianti di trattamento dei rifiuti di Sakubva e Yeovil.

Il progetto, che impiegherà quattro anni per la realizzazione, sarà implementato da Tawanda Energy Ltd, una società dove Tawanda Chitiyo è amministratore delegato.

Per capirci di più, pubblichiamo qualche affermazione di Chitiyo tratta dall'intervista pubblicata dall'Herald di Harare.

"Abbiamo in programma di costruire una bio-raffineria, ovvero un termovalorizzatore simile a una raffineria di petrolio. La differenza è che i nostri prodotti sono fatti di fanghi di depurazione, che sono rinnovabili, e non di petrolio greggio. La nostra visione è quella di essere la forza trainante per i benefici sociali, ambientali ed economici producendo vettori energetici gassosi e liquidi a zero impatto sul clima."

"Perché una bio-raffineria? Perché è un processo economico e pulito. Le materie prime sono disponibili localmente. All'inizio eravamo interessati al solo biogas. Il progetto si è espanso dopo ulteriori ricerche e discussioni con i nostri partner che hanno consigliato di esplorare tutte le potenziali opportunità disponibili nella gestione dei fanghi di depurazione come risorsa."

"Vogliamo creare un progetto di città intelligente nella città di Mutare che sia adattato alle nostre caratteristiche geografiche, culturali ed economiche. Il progetto convertirà 48 tonnellate di fanghi di depurazione attraverso un processo di distillazione termica avanzata nei seguenti combustibili:

- 9,1 milioni di litri all'anno di gasolio, pari all'1% della quota di mercato. Potenziali risparmi di US $ 2 milioni all'anno saranno ottenuti da forniture diesel meno cari.
- 803 tonnellate di gas naturale all'anno pari al 2,7% della quota di mercato del gas locale. Abbiamo in programma di introdurlo come sostituto per il gas di petrolio liquefatto. I potenziali risparmi annui dal gas sono stimati in US $ 500.000.
- 3 megawatt di elettricità, come totale combinato.
- 2.409 tonnellate di una sostanza simile al carbone, da utilizzare come sostituto di legna da ardere e carbone."
Alla domanda se il progetto disponga di adeguata capitalizzazione, Chitiyo risponde: "No, non ancora. Siamo alla ricerca del capitale iniziale. Abbiamo contattato il Ministero delle finanze e dello sviluppo economico per facilitare la concessione di una garanzia sovrana da parte del governo, che ci aiuterebbe a ottenere finanziamenti senza garanzie."

"Per portare l'impianto a regime, potrebbero volerci dai 6 ai 9 mesi, dovremmo riuscire a mettere tutto a posto. È un impianto modulare, quindi tutti le macchine saranno consegnate per funzionare immediatamente. Solo il montaggio sarà realizzato qui."

Come si vede, le parole del giovane imprenditore non fugano i sospetti di scarsa consistenza del progetto. L'imprenditore non mostra né particolari competenze, né tantomeno capitali. I fornitori tecnici non si espongono, nonostante sia chiaro che si tratta di un impianto prefabbricato.