La nuova scoperta dei ricercatori dell'Harvard University: una foglia biochimica che produce bio combustibile grazie all'energia solare.

Una nuova foglia bionica che permette la creazione di biocombustibile creando acqua e idrogeno grazie all'energia solare.

Si sa ormai da molto tempo che i combustibili fossili non siano in grado di diventare il "futuro" energetico del Pianeta, sia per la loro natura esauribile, sia per il loro impatto sul clima.

La scienza quindi, continua ad effettuare ricerche alternative che possano risultare sempre più efficienti.

La notizia circola già dal 2011
, ma è ripresa oggi dai media con rinnovata speranza: i ricercatori della Harvard University avrebbero studiato e creato una foglia bionica in grado di simulare la fotosintesi clorofilliana per trasformare l'energia solare in combustibile liquido. Lo riporta la rivista Science.

Daniel Nocera, professore della Harvard e coideatore della ricerca, ha affermato come questo processo sia un vero e proprio sistema di fotosintesi artificiale. Secondo Nocera, la versione del 2011 della foglia artificiale si concentrava sull'elettrolisi dell'acqua, ma questa nuova foglia risulta essere molto più efficace.

La fotosintesi è il procedimento biochimico messo in atto da tutti gli esseri vegetali dotati di clorofilla, che, mediante l'azione della luce solare, trasforma l'acqua e l'anidride carbonica in composti organici, necessari alla crescita di piante e animali.

La foglia artificiale, creata dagli studiosi, dovrebbe ripetere questo processo usufruendo dell'energia solare per separare le molecole di acqua e alimentare i batteri che si cibano di idrogeno, per creare biocombustibile liquido, essenzialmente sotto forma di alcool.

Notevole il risultato: la foglia bionica ha un indice di conversione del 10% di energia solare in biomassa, rispetto all'1% ottenibile in natura con le piante a crescita veloce. Il motivo di questa efficienza sta nella concentrazione dello sforzo. La macchina di Nocera usa l'energia del sole, l'acqua e l'aria solo per produrre combustibile, mentre in natura il combustibile è solo un effetto collaterale della vita.

La foglia bionica è la rappresentanza di una evoluzione di un percorso di ricerca molto lungo. Il primo prodotto creato, capace anch'esso di usare l'energia solare per la produzione di alcol, aveva riscontrato dei limiti nel catalizzatore utilizzato per far partire la reazione.

Nella prima fase del processo infatti, per poter ottenere idrogeno, i ricercatori sono dovuti ricorrere a una lega formata da zinco, molibdeno e nichel, che creava sostanze reattive dell'ossigeno, pericolose per i batteri a cui era delegata la seconda fase.

Quindi, al fine di evitare questo inconveniente, il gruppo dell'università, era obbligato a far andare il sistema con voltaggi altissimi, che riducevano l'efficienza del dispositivo.

Questi problemi sono stati superati dal nuovo metodo, grazie all'utilizzazione di un catalizzatore in lega di cobalto-fosforo, che permette di diminuire il voltaggio, aumentando del 10% l'efficienza.

I pro non terminano qui, questi nuovi catalizzatori infatti, sono compatibili a livello biologico al 100% e formano altri combustibili (alcol isobutanolo e isopentanolo), oltre ad una plastica, risultata dal lavoro dei batteri, altamente biodegradibile.

Se i ricercatori confidano sull'aumento ulteriore dell'efficienza della foglia bionica, la foglia sembra già essere pronta ad essere testata in applicazioni commerciali.

Il mito della replicazione della vita è sempre presente nei ricercatori di ogni epoca. Se davvero l'umanità ha bisogno di tutta questa fotosintesi, ci si chiede per quale motivo ci ostiniamo a distruggere le foreste, che la fotosintesi già la fanno.

Ma la scoperta in esame, pubblicata in un periodo di prezzi bassissimi dei combustibili, pone un'altra questione: ovvero quella della reale necessità di una fonte di energia infinita. Ugo Bardi su Resilience, scrive: “Ancora nei primi anni 80, nel profondo della prima crisi energetica, qualcuno a Berkeley aveva inventato una modalità di scissione dell’acqua in idrogeno e ossigeno utilizzando ossido di ferro e luce solare. Doveva essere la soluzione alla crisi energetica.

“Periodicamente,” prosegue Bardi, “l’idea di risolvere la crisi energetica per un qualche miracolo che comporti la ‘fotosintesi artificiale’, cioè la scissione dell’acqua, riappare.”

Il problema è che scienziati come Nocera continuano ad alimentare l’illusione che questo periodo di vacche grasse non finirà mai, perché c’è sempre la possibilità che un tecno-mago arrivi a salvare uno stile di vita basato sullo spreco.