Da diversi anni, i baroni del cioccolato stanno devastando foreste per fare spazio alle piantagioni di cacao, una coltura che cresce nell'ombra.

Un rapporto della Mighty Earth ha mostrato come diverse aree protette in alcuni parchi nazionali africani siano minacciati da deforestazione illegale.

Recentemente, un rapporto della Mighty Earth, organizzazione no profit che lavora per preservare territori minacciati, ha evidenziato che la deforestazione illegale per favorire il cacao sta avendo luogo in aree protette; in particolare, nei parchi nazionali dell'Africa Occidentale.

Costa d'Avorio e Ghana producono un totale di 2,6 milioni di tonnellate di cioccolato, il 60% della produzione mondiale. Non c'è da meravigliarsi che molte delle terre protette di queste nazioni siano a rischio.

Secondo la relazione di Mighty Earth, il 10% della copertura di alberi del Ghana è stato sostituito da monocolture di cacao. La Costa d'Avorio, una volta densamente boscosa e con estrema biodiversità, ha perso sette delle sue 23 aree protette per il cacao.

A causa della perdita degli habitat, i suoi scimpanzè sono ora in pericolo, e i suoi elefanti sono quasi estinti. Ciò significa che le aziende come Mars, Nestlé, Hersey e Godiva producono utilizzando cacao cresciuto da fonti non certificate.

Secondo Glenn Horowitz, amministratore delegato di Mighty Earth, le aziende produttrici di cioccolato hanno approfittato di governi corrotti in Ghana e in Costa d'Avorio per deforestare i parchi.

Con una domanda crescente per una delle sostanze più piacevoli del mondo, le aziende del cioccolato stanno sfruttando anche le persone, visto che in media i braccianti sono pagati meno di 80 centesimi al giorno. Il problema principale, come ha dichiarato Horowitz, è che i produttori di cioccolato hanno trascurato l'importanza di stabilire un rapporto diretto con i coltivatori di cacao.

Il nuovo rapporto documenta il viaggio dei chicchi di cacao attraverso la catena di approvvigionamento: i mediatori, chiamati pisteurs, acquistano il raccolto dai coloni e li trasportano nei villaggi vicini, dove vengono venduti a cooperative (mediatori) che li vendono alle agro-imprese che a loro volta poi li vendono ai principali produttori di cioccolato.

Nonostante le estese iniziative di sostenibilità proposte dalle società del cioccolato come Mars, i tassi di deforestazione rimangono alti, i salari degli agricoltori di cacao sono bassi e queste aziende continuano a far sorgere il cacao illegalmente dalle aree protette.

Horowitz spera che la relazione di Mighty Earth funzioni come una sveglia e prefigura un passaggio dalle promesse alle azioni. I produttori di cioccolato hanno la possibilità di esigere cacao senza deforestazione, e che i coltivatori siano pagati degnamente nel processo.

Abbiamo visto questo cambiamento in altre materie prime, come l'olio di palma, per esempio, dove le società di consumo e i commercianti con nuove norme di conservazione e diritti umani hanno fatto una grande differenza nel settore.

È un compito estremamente impegnativo. Molte società di cacao sostenibile riescono non solo a produrre cacao senza distruggere le foreste pluviali, ma anche a dare una quota equa dei proventi direttamente ai loro coltivatori, in molti casi, agricoltori locali di piccole dimensioni.

Quindi, cosa impedisce ai grandi produttori di fare lo stesso? In risposta alla relazione di Mighty Earth, Amy Truelson, senior manager degli affari esterni di Mars, ha scritto che Mars e la Fondazione del Cacao Mondiale sono d'accordo con molte delle raccomandazioni della relazione, in particolare l'importanza della protezione forestale e del restauro, la trasparenza del settore, il monitoraggio e la conformità e la tutela dei diritti delle comunità indigene. Si impegnano a sostenere totalmente la posizione della Fondazione World Cocoa che non ci sia alcuna conversione di altre foreste in Costa d'Avorio e in Ghana per la produzione di cacao.

Sostanzialmente, Mars continua a sforzarsi verso il suo obiettivo di approvvigionare il 100% del suo cioccolato da fonti certificate entro il 2020. Per il momento si trova a un vergognoso 50%.