Pacchetto UE su economia circolare: tra le posizioni espresse dal Consiglio UE e quelle richieste da Bruxelles c'è una netta differenza sulle percentuali fissate per il riciclo. Ancora una volta l'UE si trova a essere succube agli interessi interni dei suoi componenti.

E' braccio di ferro fra ENVI e Consiglio UE sugli obiettivi fissati per il riciclo nella legge quadro sull'economia circolare che sta faticosamente venendo alla luce.

È sempre più tribolata la gestazione del cosiddetto Pacchetto Economia Circolare, l'insieme delle norme ambientali con il quale l'UE vorrebbe dare la spinta decisiva verso un'economia sostenibile. Ora a far discutere è il balletto dei target europei di riciclo, che i diversi organi comunitari interpretano ognuno pro domo sua.

La Commissione Ambiente, lo scorso 24 gennaio a Strasburgo aveva approvato gli obiettivi di riciclo molto ambiziosi rispetto a quelli decisi dalla Commissione Europea lo scorso novembre: 70% per i rifiuti urbani, 80% per gli imballaggi oltre alla riduzione dell'uso delle discariche di almeno un 5%.

Ora sono gli Stati membri a contrattaccare, cercando di strappare un accordo molto più soft, limitando il provvedimento fino a farlo diventare inutile. Attraverso il Consiglio UE, organo formato da un rappresentante di ciascuno Stato membro a livello ministeriale, gli stati membri cercano un accordo con il Parlamento europeo per rendere più blandi gli obiettivi di riciclo, anche se non sembra affatto facile.

Secondo quanto affermato da ENDR Europe, le richieste Consiglio si basano su percentuali nettamente inferiori rispetto a quelle chieste da Bruxelles nel suo Piano. Si parla per esempio di 60% per il riciclo dei rifiuti urbani entro il 2030, 5 punti percentuali in meno rispetto al target fissato dalla Commissione Europea e 10 rispetto a quelli dell'ENVI (il Commissario per l'ambiente).

Non solo, recentemente il Consiglio avrebbe eliminato dal programma le operazioni di preparazione per il riutilizzo, ovvero i processi di controllo, pulizia e riparazione per reimpiegare senza altri trattamenti gli oggetti diventati rifiuti.

Alcune fonti sostengono che queste posizioni deboli siano comunque utili per poter approvare comunque degli obiettivi, senza sforzi eccessivi. Una manifestazione di grande debolezza dell'UE in un momento difficile, all'indomani della Brexit e alla vigilia di importanti elezioni nazionali con i movimenti antieuropeisti in prima fila.

Nel frattempo, a Strasburgo continua l'iter legislativo del provvedimento, con le votazioni sul nuovo pacchetto previste tra il 13 e il 16 marzo.