I rifiuti plastici nei mari britannici variano la loro composizione negli ultimi 25 anni. I sacchetti calano del 30% dal 2010.

Un recente studio mostra una diminuzione del 30% di sacchetti nel mare dopo l'istituzione della tassa.

Uno studio pubblicato su Science rivela che da quando è stata istituita una tassa sui sacchetti di plastica, nei mari inglesi l'inquinamento da plastica è diminuito del 30%. Questo potrebbe significare che la tassa ha avuto effetto, anche se gli autori non escludono altri fattori, per esempio un cambio nelle correnti oppure il maggiore utilizzo di materiali biodegradabili.

Lo studio è essenzialmente una meta-ricerca, che ha raccolto i risultati di circa 40 indagini separate sulla plastica in mare tra il 1992 e il 2015, esaminando i detriti plastici sui fondali marini in un lasso di tempo di 25 anni.

La ricerca ha mostrato una diminuzione dei sacchetti di plastica, almeno sulle coste del Regno Unito, correlandolo alla tassa istituita nel 2015: secondo i dati il numero dei sacchetti in plastica nel mare è diminuito di circa un terzo rispetto al periodo pre-2010. Diversamente invece sono aumentati altri tipi di rifiuti plastici trovati in acqua, come quelli derivati dalla pesca, ma una parte sicuramente non proviene dal Regno Unito, portata nei mari inglesi da altre coste tramite correnti.

Da sempre sosteniamo che la tecnologia difficilmente risolverà il problema dell'inquinamento da materie plastiche, e che piuttosto servirebbero disincentivi di tipo economico (vedi Una tassa sulla plastica?), ma per la prima volta potremmo aver un riscontro in termini di dati reali.

Se veramente i sacchetti in plastica si sono ridotti grazie all'introduzione della tassa questo dimostrerebbe come alcune politiche economiche possono influenzare la quantità e distribuzione dei rifiuti marini in tempi molto brevi, ovvero in pochi anni. Anche la tassa introdotta sui sacchetti nella grande distribuzione all'interno dell'Unione Europea potrebbe rientrare tra le cause della diminuzione.

Nonostante ciò, all'interno del documento scientifico, i ricercatori non hanno voluto attribuire una relazione diretta tassa-pulizia. La diminuzione dei sacchetti in mare potrebbe derivare anche dal cambiamento nella composizione stessa dei sacchetti in plastica biodegradabile, come anche dal diminuito spessore medio, che potrebbe determinarne una distruzione più veloce. Il che, vista la possibile pericolosità delle microplastiche, potrebbe non essere una buona notizia.