Gli scopi del trashware, ovvero la rigenerazione dei vecchi PC sono molteplici: l'uso consapevole della tecnologia digitale, la riduzione del Divario Digitale, la lotta contro lo spreco di preziose risorse tecnologiche e contro l'inquinamento. Una pratica virtuosa dal futuro incerto. Intervista a Mirco Gasparini, presidente dell'officina S3

Il trashware, derivato dalla parola inglese "trash", (spazzatura) e "hardware", è la pratica di recuperare vecchi computers dismessi e di renderli di nuovo funzionanti e utili per scopi prevalentemente di utilità socio culturale. Un movimento in forte sviluppo negli anni 2000, che ora incontra una crisi di fronte alla proprietarizzazione e alla miniaturizzazione dell'hardware. Il ruolo della cultura e quello dei bambini.

Riusa: Che cos'è e di cosa si occupa l'associazione OS3?

OS3 è una Associazione di Volontariato A.P.S. (Associazione di Promozione Sociale) nata il 21 Marzo 2007 dall'aggregazione di alcuni componenti del gruppo di lavoro "software libero" del progetto "S3" (Sommacampagna Sostenibile e Solidale) del comune di Sommacampagna (VR).

Questo progetto aveva lo scopo di ridurre e ri-orientare i consumi pensando al loro impatto globale (ambientale, economico, sociale), per un consumo consapevole e uno stile di vita più equo e sostenibile attivando quattro gruppi di lavoro per l'approfondimento, la discussione, l'analisi e la formulazione di proposte in quattro aree tematiche tra cui appunto il software libero.: OS3 è in pratica una officina informatica i cui principi possono essere riassunti in tre valori fondamentali: etica, sostenibilità ambientale e condivisione del sapere.

Nel dettaglio L'Associazione OS3: sostiene gli aspetti ambientali promuovendo l'utilizzo dei PC fino alla loro "reale obsolescenza", in funzione del risparmio energetico, del rispetto dell'ambiente e della valorizzazione dei rifiuti tecnologici. promuove la conoscenza del mezzo informatico attraverso l’adozione e la promozione del Software Libero e "Open-Source". realizza iniziative di partecipazione e promozione sociale in ambito informatico orientate all’educazione e alla riqualificazione della persona, promuovendo i valori di condivisione della conoscenza. propone soluzioni per semplificare l'uso degli strumenti informatici, con l’obbiettivo di ridurre l’attuale "divario digitale", dovuto a motivi economici, sociali, territoriali e generazionali. Tutto questo mettendo in pratica il "TRASHWARE".

Riusa: Che cos'è il trashware?

Il trashware, derivato dalla parola inglese "trash", (spazzatura) e "hardware", è la pratica di recuperare vecchi computers dismessi e di renderli di nuovo funzionanti ed utili per scopi prevalentemente di utilità socio culturale.

Una volta rimessi e punto i computers vengono dotati esclusivamente di software libero (sistema operativo GNU/Linux e applicativi Open Source) e consegnati a soggetti che possono trarre vantaggio dal loro reimpiego.

Il termine "trashware" è nato in Italia nel 2001, quando al Palazzo delle esposizioni di Empoli il 13 giugno 2001 si tenne un dibattito dal titolo "Software Libero, Sapere Libero, la Free Software Philosophy e le sue applicazioni".

In quella occasione il GOLEM un Lug (Linux User Group) del luogo, molto attivo all'epoca, presentò il suo intervento dal titolo "Progetto TrashWare" (riutilizzo di computer destinati allo smaltimento).

A quei tempi la parola "trashware" non esisteva ancora, il significato nella lingua inglese era "bad software", cioè software scritto male. Gli obbiettivi principale del trashware sono: Ridurre l'impatto ambientale prolungando il ciclo di vita dei un personal computers.

Promuovere il Consumo Critico attraverso l'uso consapevole della tecnologia digitale. Eliminare il Divario Digitale avvicinando "vecchi" e "poveri" all'uso del PC.

Riusa: Come si è chiuso il 2015 per l'associazione OS3 e per il trashware in generale?

Il 2005 è stato un anno sostanzialmente positivo per l'attività Trashware di OS3, soprattutto per quanto riguarda i di PC dismessi ricevuti da Aziende. Un fattore importante è stato la cessazione del supporto a Windows XP da parte di Microsoft avvenuto nell'anno precedente, molti PC che funzionavano benissimo con questo sistema operativo, ma che non erano adatti alle successive versioni di Windows, non potevano più essere utilizzati in condizioni di sicurezza.

Riusa: Quali sono le prospettive per il 2016 e per il medio termine?

Le prospettive per il 2016 e per i prossimi anni non sono rosee, prevedo un surplus di offerte di PC ricondizionati rispetto alle richieste. Poche persone percepiscono un computer ricondizionato come un valore aggiunto, molte altre invece ritengono Linux e il software libero e open-source qualcosa di serie "B" e questo purtroppo ho avuto modo di constatarlo in molti insegnanti delle scuole elementari contrari all'utilizzo del software libero perché gli alunni imparano qualcosa di "diverso".

Trasmettere queste idee è sempre stato difficile… Ora sono i dispositivi "sempre connessi alla rete" i più richiesti: piccoli, ma con risoluzioni video da "grandi", potenti e leggeri, con autonomie della batteria sempre maggiore. Le "nuvole" e Internet mobile veloce, sopperiscono alla mancanza di un disco fisso interno di grandi dimensioni, in pratica la maggior parte della gente non sa cosa farsene di un PC, anche perché oltre che navigare su internet, frequentare i "social network" e scambiare messaggi, non sa fare. Ci troveremo tra qualche anno con molti di questi dispositivi usa e getta diventati obsoleti, che ritengo saranno "difficili" da gestire sia a livello hardware che software. Il personal computer però non è ancora morto, smartphone e tablet non possono sostituire un vero PC , diventerà un oggetto per pochi gli "eletti" che proveranno il "piacere" di sedersi davanti ad una macchina e poter dire: "fai quello che dico io!" Gli altri continueranno a smanettare in maniera compulsiva sul touch-screen mentre camminano, mangiano e si relazionano con gli altri.

Riusa: Che cosa si aspetta dal mondo della politica per far crescere il trashware?

Non so se questa è una domanda o una provocazione. Non mi aspetto niente, la politica non può fare niente, perché non è in grado di fare niente e se lo fosse, promuovere il trashware sarebbe uno dei suoi ultimi pensieri. Il cambiamento potrebbe venire dalla società, attraverso i principi di cui ho parlato precedentemente divulgati nelle scuole, ma gran parte della generazione che attualmente comanda e che insegna nelle scuole è già irrimediabilmente "perduta".

Riusa: Cosa dovrebbero fare le aziende per far crescere il recupero dei computer?

Nelle aziende i PC vengono sostituiti ogni 3-4 anni, però a parte alcune eccezioni, i PC che ci vengono donati hanno circa 7-8 anni. Spesso i PC sostituiti (soprattutto quelli di proprietà) rimangono in azienda fino al prossimo "cambio" e donati ad associazioni come la nostra per "far posto" a quelli appena sostituiti. Spesso molti PC che ci vengono donati vanno direttamente all'isola ecologica. Se una azienda vuole veramente che i sui PC vivano ancora deve donarli subito appena lasciano la scrivania.

Riusa: Cosa fa/ha intenzione di fare la vostra associazione per coinvolgere i bambini e la scuola sul tema del recupero dei PC?

La nostra associazione ha ricevuto richieste di "aiuto" da parte di scuole primarie sia attraverso rappresentanti dei genitori che da insegnanti volonterosi.

Nelle scuole elementari che ho visitato ho trovato situazioni poco incoraggianti: Mancanza di personale preposto all'insegnamento specifico dell'informatica. PC obsoleti (la maggior parte con Windows XP). Aule informatiche inutilizzate Tutto questo giustificato dalla mancanza di organico e di soldi per aggiornare i vecchi PC. A mio avviso ci vuole poco per coinvolgere i bambini al tema del recupero dei PC usati e all'utilizzo del software libero, il problema è la scuola.

La nostra associazione si era proposta di "riconvertire" i PC obsoleti con una distribuzione Linux e di riparare alcuni PC non funzionanti in una aula informatica di una scuola elementare del nostro circondario e di fare un piccolo corso di aggiornamento agli insegnanti per l'utilizzo di Linux.

Il primo problema era convincere tutti gli insegnanti ad abbandonare Windows. Il secondo problema era la mancanza di personale, che in pratica, anche se la migrazione a Linux fosse stata accettata, sarebbero state disponibili solo agli alunni di quarta e quinta, 5 ore di lezione per tutto l'anno scolastico.

Non se ne è fatto niente e nessuno se ne preoccupa più di tanto, tanto i bambini sanno usare lo smartphone...