La Germania smaltisce 11 milioni di chili di cibo ogni anno. Il ministero dell'Agricoltura ha un piano per dimezzare la cifra entro il 2030.

Il ministro dell'Agricoltura Christian Schmidt annuncia il piano della Germania contro lo spreco del cibo: "Il cibo appartiene in bocca e lo stomaco, non c'entra col bidone della spazzatura".

La Germania si è impegnata nei confronti delle Nazioni Unite a dimezzare la quantità di cibo smaltita entro il 2030. È questo il contenuto della dichiarazione che il ministro dell'Agricoltura Christian Schmidt ha fatto nel corso di un'intervista all'Huffington Post tedesco.

Schmidt è ministro dell'agricoltura in Germania dal 2014. La sua idea è molto tecnologica: utilizzare imballaggi intelligenti che possono informare i consumatori quando il prodotto non è più commestibile. Un chip che misura la pressione del gas in un vasetto di yogurt, per esempio. Schmidt ha promesso di stanziare 10 milioni di euro per finanziare progetti di ricerca e start-up che trovino modi migliori per determinare la freschezza degli alimenti.

Le date di scadenza indicata sulle etichette dei prodotti alimentari hanno molto a che fare con i rifiuti alimentari, secondo Schmidt. "Troppo cibo finisce nella spazzatura, anche se è ancora commestibile", ha dichiarato alla versione tedesca di HuffPost.

"Mi sento sempre in colpa quando getto via del cibo," sostiene Schmidt. "Essendo cresciuto in una famiglia di fornai, sono stato educato a non buttare niente. E sono cresciuto in un'epoca in cui il cibo non era scartato con la faciloneria di oggi. Dobbiamo tornare ad apprezzare il cibo." Secondo Schmidt sono i giovani i più spreconi: "c'è un gap generazionale. Gli over 60 buttano via meno cibo rispetto agli under 30."

La colpa sarebbe della cultura dell'abbondanza, che porta molte persone a pensare che non è più necessaria la conservazione alimentare. Gettare via cibo è diventata quasi una cosa "di tutti i giorni". La lotta per l'educazione alimentare deve diventare parte fondamentale della nostra esperienza. Abbiamo semplicemente bisogno di un approccio diverso per il nostro cibo. E questo cambiamento, secondo Schmidt, deve iniziare presto.

Ogni cittadino tedesco scarta e getta 82 kg di cibo ogni anno, decisamente troppo. E la colpa non è solo dei consumatori: oggi quasi tutto è confezionato in porzioni, quasi sempre dimensionate per i single o per acquisti veloci. Da lì, poi, si salta ai formati per grosse comunità: una famiglia è costretta ad acquistare queste confezioni, con la conseguenza di buttarne via una parte notevole.

Secondo gli intendimenti del governo tedesco, la strategia di dimezzamento degli scarti partirebbe dalla tecnologia: si inizia con 10 milioni di euro per lo sviluppo del cosiddetto imballaggio intelligente, una serie di tecnologie che potrebbero aiutare a sostituire le date di scadenza stampate su pacchetti. I prodotti non deperibili, quali caffè, pasta e farina, non dovrebbero avere scadenza alcuna.

Lo scoglio maggiore, come ben sanno gli operatori economici italiani, sono le borboniche direttive UE. Per questo motivo lo sforzo maggiore da parte del governo tedesco sarà a livello comunitario. "Vorrei stabilire protocolli anche con le imprese per dare date di scadenza diverse a specifici alimenti. Presumo che le riforme UE potrebbero partire entro i prossimi due anni," continua Schmidt.

La Francia sta facendo la sua parte: i supermercati francesi non sono più autorizzati a buttare nulla. Gli alimenti deperibili non avariati devono essere donati, quelli in decomposizione devono essere compostati o trasformati in alimenti per animali. I tedeschi vedono di buon occhio un regolamento simile in Germania, ma forse non sarà necessario: questa è già una prassi presso i supermercati tedeschi, che di regola donano alimenti a istituzioni sociali poco prima della data di scadenza. "E comunque la radice del problema non è il sistema di gestione dell'eccedenza, ma l'eccedenza stessa. Troppo cibo viene scartato, pur essendo commestibile," conclude Schmidt.

Ci si chiede se lo sforzo attuale (dieci miseri milioni di euro, in un paese ricco come la Germania) sia sufficiente. Secondo Schmidt questo è solo l'inizio. La fase attuale è quella di raccolta idee e progettazione: "Solo l'anno scorso, abbiamo avuto centinaia di proposte e di idee, una piacevole sorpresa. Stanno arrivando insolite idee di business, innovazioni commerciali, sulla gastronomia e la produzione alimentare. Vogliamo rafforzare e promuovere questo impegno."