L'india, laboratorio importantissimo per le pratiche di riuso e riciclo, ci manda un segnale: l'e-commerce non è necessariamente nemico dell'ambiente. Ma per avere risultati bisogna coinvolgere gli utenti finali, con la cultura e piccoli incentivi.

Con l'e-commerce in rapida crescita in India, un sondaggio rivela che il 94 per cento di persone è pronto a fare la propria parte per il riciclo dei materiali di imballaggio e dare un contributo a diminuire l'impatto. Un consiglio anche per noi.

Sono sempre più numerose le perplessità degli ambientalisti riguardo la crescente diffusione dell'e-commerce, una pratica molto efficiente in vari sensi, ma che presenta criticità nella gestione degli imballaggi, richiesti in grande quantità e il cui destino finale è affidato all'utente finale, categoria non professionale non formata per la corretta gestione.

Ma dall'India, storico laboratorio di idee e pratiche di riciclo industriale, viene la sollecitazione a lavorare sulla buona volontà proprio dell'utente finale, che finora non è stato sufficientemente coinvolto nelle filiere del commercio elettronico e del riciclo.

"Novantaquattro persone su cento hanno dichiarato che sarebbero disposti a riciclare per un piccolo incentivo", questa è la conclusione dell'indagine di LocalCircles, una piattaforma social molto popolare in India. Ai partecipanti è stato chiesto, nell'ambito della campagna di pulizia chiamata Clean India, se sarebbero disposti a riconsegnare ai propri fornitori di e-commerce gli imballi della merce loro consegnata in cambio di un piccolo credito commerciale.

Secondo un rapporto Assocham, il mercato del commercio digitale in India è cresciuto costantemente, passando da $ 4,4 miliardi di dollari nel 2010 ai 13,6 miliardi di dollari nel 2014. Si prevede di arrivare nel 2015-16 ai 17 miliardi.

Ovviamente, l'aumento degli utilizzatori sta portando un sacco di rifiuti di imballaggio come cartone e plastica. Grazie a questo, la produzione di rifiuti in India è prevista in aumento dai 62 milioni di tonnellate odierni a circa 165 milioni di tonnellate nel 2030.

Si tratta di un problemone in un paese molto affollato e in rapido sviluppo. Per questo le aziende stanno tentando di coinvolgere i cittadini nella delicata gestione del problema degli scarti. E il risultato dell'indagine è molto incoraggiante, anche al di fuori dell'India.