Un altro paese UE mette l'ambiente e l'economia circolare al centro della propria agenda politica.

Ottobre: in Irlanda è il mese del riuso. Gli operatori del settore, riuniti in rete, propongono iniziative, seminari, incontri per cambiare la mentalità di consumo verso l'economia circolare.

Ottobre per gli irlandesi è il mese del riuso. Per quest'occasione sono state aggiunte tre nuove erre per rafforzare il concetto di economia circolare e favorire la sua messa in pratica. "Repair, Remake, Reimagine (Riparare, Ricostruire, Ri-immaginare)" è lo slogan di un'iniziativa del ministero dell'ambiente irlandese volta a evitare la produzione dei rifiuti, all'interno di una serie di progetti dell'Unione Europea per la cosiddetta economia circolare.

Scopo del programma governativo è spingere imprese e cittadini a prodotti intrinsecamente resilienti, quindi non soggetti a obsolescenza, e che facilitino il riutilizzo almeno delle materie di cui sono composti. A prima vista potrebbe sembrare un ritorno indietro nel tempo, al secondo dopoguerra, quando la frugalità spingeva le persone a mantenere gli oggetti più a lungo, a donare o vendere gli oggetti non più necessari e a riciclare tutto. Ma la nuova campagna si rivolge soprattutto alla generazione cresciuta nella cultura del consumo, che non ha mai riflettuto sulla provenienza degli oggetti, o sul loro destino dopo l'uso, e non ha mai badato alle conseguenze ambientali dell'utilizzo di materie prime e dello smaltimento rifiuti tossici.

"Siamo una società dispendiosa. Spesso è più conveniente acquistare un nuovo prodotto che accomodare il vecchio. E ci siamo abituati a comprare più di quanto abbiamo bisogno e a buttare via ciò che non ci piace più," dice Ali Sheridan sul sito purposehub.ie.
Così nel mese di Ottobre il pubblico può partecipare a workshop autogestiti su come gestire i rifiuti alimentari e sul riuso, anche creativo, di tutto, dall'abbigliamento ai mobili. L'idea è quella di portare le persone oltre il concetto di "ridurre, riutilizzare e riciclare" per una prevenzione più consapevole dei rifiuti, in primo luogo.

La CRNI (community reuse and recycling network of Ireland, la rete a guida governativa a supporto di riuso e riciclo) è profondamente consapevole della necessità di incentivare il riutilizzo. "Attualmente, riutilizziamo circa l'1 per cento dei beni di consumo che vengono gettati per il riciclo, il recupero o lo smaltimento", dice Claire Downey, coordinatrice nazionale della rete. "I problemi principali sono la cattiva progettazione e l'obsolescenza programmata. Anche la cultura è un ostacolo: le persone hanno riserve sull'uso di beni di seconda mano, e provano una sorta di fastidio a contemplare l'acquisto di un oggetto usato."

La rete è costituita da imprese che riciclano computer, mobili, materassi, carta, plastica, tessili, apparecchiature elettriche ed elettroniche, e molto altro. Tra i suoi partecipanti ci sono anche associazioni di beneficenza irlandesi, siti di condivisione on-line di attrezzi per la casa, e lo Smile Resource Exchange, che connette le imprese che dispongono di materiali con le imprese che ne hanno bisogno.

La rete sta incoraggiando le persone a impegnarsi a fare una piccola cosa durante il mese del riuso. "Può essere una cosa semplice come portare sempre con sé una tazza riutilizzabile, la riparazione di un capo di abbigliamento invece di buttarlo via, o l'acquisto di nulla di nuovo nel mese di ottobre", dice Downey.

"Molte aziende del settore riuso sono imprese sociali, quindi non solo forniscono servizi ambientali, ma anche formazione e lavoro per disoccupati di lunga durata e per persone con disabilità. In alcuni casi i prodotti sono donati a scuole e associazioni di beneficenza, a livello locale e all'estero," dice Downey.

Secondo Sarah Miller, amministratore delegato del Centro della Riscoperta di Ballymun, "il mese del riuso è un'opportunità per tutti di mettersi in gioco e mostrare il potenziale per creare posti di lavoro e promuovere la crescita economica in Irlanda."

"Il nostro attuale modello economico si basa su energia a basso costo e materie prime facilmente accessibili, cosa insostenibile nel lungo periodo", dice. "Riuso e riparazione estendono il ciclo di vita dei prodotti, e massimizzano il valore delle risorse per il loro mantenimento in circolazione più a lungo. Il riuso ha un grande ruolo da svolgere nella nostra transizione verso l'economia circolare."

Prevista una conferenza internazionale per domani, 12 ottobre, per esplorare nuovi modelli di business. Intervengono anche aziende profit che si occupano di abbigliamento. L'industria della moda è la seconda più inquinante al mondo (dopo la produzione di energia), e ci vogliono 7.000 litri d'acqua per fare un paio di jeans.

La commissione UE sta facendo un notevole lavoro per favorire l'economia circolare, per esempio l'iniziativa per la progettazione ecocompatibile, ovvero prodotti gratificanti, più facili da riparare, più resistenti e che utilizzano scarse materie prime.

Entro il 2030 la Commissione prevede che il riutilizzo, il riciclo e l'efficientamento delle risorse assommeranno 600.000.000.000 € all'anno. L'economia circolare potrebbe far risparmiare alla sola Irlanda, secondo le stime, 1,65 miliardi di € l'anno.

Downey dice che saranno necessarie aziende più innovative per raggiungere questi obiettivi. "Ci vuole tempo per riparare e rifare le cose, e anche se il riutilizzo crea una grande varietà di cose, siamo in concorrenza con la produzione sempre più a buon mercato proveniente dall'estero."

"Sarebbe bello che la pubblica amministrazione desse il buon esempio, acquistando cose di seconda mano per l'utilizzo quotidiano."