Microsfere di plastica che finiscono negli oceani e contaminano la catena alimentare.

Microsfere di plastica all'interno di prodotti cosmetici di noti marchi internazionali, stanno inquinando gli oceani mettendo in pericolo non solo vita marina ma anche dell'uomo stesso.

I rifiuti plastici stanno diventando una causa importante dell'inquinamento marino.

Per esempio, quando ci laviamo i denti o una semplice pulizia del viso utilizzando uno scrub, un numero elevato di microsfere di plastica, o microgranuli, della dimensione inferiore a 5 millimetri, finiscono negli oceani inquinando l'intero ecosistema e mettendo in pericolo la vita di tartarughe, pesci e uccelli.

La loro minuscola dimensione non permette loro di poter essere filtrati dai sistemi di depurazione delle acque e vanno a finire direttamente nei fiumi, negli oceani ripercorrendo la catena alimentare e inquinando gli ecosistemi naturali.

Nel 2013, secondo alcune statistiche, soltanto in Europa e solamente per i prodotti cosmetici sono stati usati quasi 5.000 tonnellate di microparticelle di plastica.

La valutazione è stata fatta da Greenpeace, la quale ha studiato oltre 30 marchi internazionali molto conosciuti di prodotti di bellezza e igiene personale, per capire la quantità di microsfere di plastica usate all'interno, e ha infine resa pubblica una classifica in base agli obiettivi di queste ultime per eliminare i microgranuli dai prodotti.

Dallo studio è emerso che l'intero settore non stia facendo molto per cambiare la situazione e rivolvere questo grande problema ambientale.

Sono solo quattro infatti, le aziende che hanno preso il controllo e si stanno impegnando per cancellare totalmente le microsfere dai loro prodotti, come la Beiersdorf e la Henkel in Germania, la Colgate-Palmolive e L Brands per quanto riguarda l'America.

Un netto menefreghismo invece quello dimostrato da Revlon, Amway e Estée Lauder, che infatti occupano gli ultimi posti in classifica.

Ma, come sostiene Greenpeace, non basta la decisione di non usare più le microplastiche per eliminare o migliorare l'inquinamento oceanico, bisognerebbe, attraverso vere e proprie leggi, vietarne l'uso.

In Italia, la legge c'è, ed è stata promossa dall'associazione Marevivo con l'appoggio di oltre 40 parlamentari, la quale a partire dal 2019, ne vieta appunto l'uso all'interno dei prodotti cosmetici.

Del resto, le microsfere di plastica sono pericolose anche per la salute dell'uomo, in quanto possono essere assorbite dalla fauna marina, danneggiando la catena alimentare, arrivando fin nei pesci che finiscono sulle nostre tavole.