Le pareti verdi sono molto interessanti in architettura, meno per un uso squisitamente agricolo. La differenza la fanno i costi.

Il gruppo Rural Focus di Kent, composto da accademici, ambientalisti e agricoltori, ha discusso su come i giardini verticali possono creare nuove opportunità di lavoro per l'industria orticola.

Si discute da tempo se i giardini verticali, detti anche muri viventi o pareti verdi, siano una forma di agricoltura vera e propria, un elemento di paesaggio urbano o uno sterile esercizio di stile di agronomi un po' fighetti.

Spesso sono concepiti come un'opera d'arte, spesso trovano casa in città, in particolare sulle superfici verticali degli edifici chic. La realizzazione di una parete verde, in verità, porta con sé numerosi vantaggi, costituendo una 'seconda pelle' degli edifici, migliorandone l'isolamento termico, proteggendoli dall'irraggiamento del sole sulla parete, con indubbi benefici termici d'estate, migliorando il loro impatto estetico, e anche contribuendo a catturare le polveri sottili (PM10) in ambiente urbano.

Ma sono adatti all'agricoltura? Possono portare un contributo all'approvvigionamento alimentare futuro? Se n'è parlato nell'ultima riunione del gruppo Rural Focus di Kent, in Inghilterra. Il gruppo, composto da accademici, ambientalisti e agricoltori, ha discusso su come i giardini verticali potrebbero creare nuove opportunità di lavoro per l'industria orticola.

Il blogger John Guest, che cura il sito web "The English Apple Man", ha suggerito che la vegetazione verticale potrebbe essere utilizzata per ridurre la temperatura degli edifici o ospitare piante nemiche dei parassiti, aggiungendo: una maggiore comprensione di come queste cose si adattino al ciclo della vita, darà maggiori opportunità, cui nessuno ha pensato.

L'ambientalista Howard Porter ha dichiarato: "Il sempre maggiore sfruttamento intesivo della terra renderà inevitabile per gli orticoltori il giardinaggio verticale."

Anche le eventuali insidie ​​dei giardini verticali sono state discusse, inclusi i loro costi e l'esigenza di una manutenzione continua. Il professor Chris Atkinson dell'Istituto di Risorse Naturali dell'Università di Greenwich ha dichiarato: "La tecnologia esiste, ma è costosa. Al momento, è difficile capire se essi possono essere veramente un'attività di produzione alimentare o se è meglio pensare a qualche utilizzo a maggior valore aggiunto, come quello didattico e di promozione: aiutare a capire i problemi della produzione alimentare."

L'Hadlow College di Tonbridge vanta già due orti verticali, grazie ai finanziamenti dell'UE, come ha spiegato il docente di agricoltura e orticoltura Howard Lee. "Il progetto è destinato a fornire un esempio pratico per la formazione degli studenti," dice Lee. "Hanno progettato e coltivato entrambe le pareti, che ora hanno sei mesi e si stanno consolidando."

"Ci sono molte colture che possono essere convenienti negli orti verticali," aggiunge Lee, "talvolta ortaggi, più spesso colture erbacee o insalata, spesso erbe officinali."

Paul Boxall, direttore della scuola della Comunità rurale di Hadlow, un'organizzazione partner del collegio, ha aggiunto che sta pensando di installare un muro vivente per ogni anno scolastico come parte di un più ampio programma educativo per la scuola, volto a iniziare a coltivare e vendere i propri prodotti.

Per il momento sono molti gli elementi a sostegno dell'uso architettonico, pochi a sostegno di quello alimentare. Meglio attendere tecniche più moderne e meno costose.