Un rapporto sottolinea che i livelli del mare aumenteranno di 1,3 metri a meno che gli impianti a carbone cessino di funzionare entro il 2050.

Una pubblicazione dell'Università di Melbourne utilizza gli strumenti cognitivi più avanzati su Antartide e livello degli oceani. Risultati preoccupanti, ma con uno spiraglio di speranza.

Le città costiere di tutto il mondo potrebbero essere devastate da 1,3 metri di aumento del livello del mare, a meno che l'elettricità generata a carbone venga eliminata entro il 2050, secondo un nuovo documento che combina i più recenti risultati di ricerche sul contributo dell'Antartide all'aumento del livello del mare con le più recenti proiezioni sulle emissioni.

Ancora una volta viene confermato che l'aumento del livello del mare è inevitabile e richiede un rapido adattamento del nostro comportamento.

Ma il lavoro rivela che la maggior parte di tale ascesa del mare, dovuta a processi recentemente scoperti in Antartide, potrebbe essere evitata se il mondo soddisfacesse l'impegno preso a Parigi per mantenere il riscaldamento globale ben al di sotto dei 2°C.

Nel 2016, Robert DeConto dell'Università Amherst del Massachusetts, ha rivelato che l'Antartide potrebbe contribuire a un aumento del livello del mare molto prima di quanto si pensi, suggerendo che il fenomeno del crollo delle lastre di ghiaccio potrebbe accelerare e individuando addirittura una nuova fase caratterizzata dalla disintegrazione di enormi scogliere di ghiaccio. Ma questo articolo ha esaminato solo l'impatto dell'Antartide sul livello del mare, ignorando altri effetti a catena, e non ha esaminato in dettaglio le misure che l'umanità dovrebbe prendere per evitare questi impatti.

L'articolo di Alexander Nauels dell'Università di Melbourne e dei suoi colleghi, pubblicato nella rivista Environmental Research Letters, utilizza modelli fisici semplificati che consentono loro di esplorare tutti i fenomeni che portano all'aumento del livello del mare e di abbinarli alle nuove generazioni di scenari sulle emissioni che il gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (IPCC) utilizzerà nel prossimo report. Hanno scoperto che se non si fa nulla per limitare l'inquinamento derivato dall'anidride carbonica, i livelli globali del mare si innalzeranno di circa 1,32 metri circa.

Questo risultato aumenta del 50% la precedente previsione, risalente alla relazione AR5 di IPCC, che ipotizzava la possibilità di un incremento di 85 centimetri entro la fine di questo secolo. Secondo i ricercatori, il contributo supplementare da parte dell'Antartide non entrerebbe in gioco se il riscaldamento fosse mantenuto a meno di 1,9°C rispetto ai livelli preindustriali. Sopra questa soglia, potrebbero innescarsi i processi in Antartide identificati nell'articolo del 2016, causando un aumento del livello del mare maggiore.

Secondo Nauels, un limite dell'accordo di Parigi posto a 1,5°C sarebbe molto più tranquillizzante per evitare il contributo supplementare antartico, rispetto all'attuale limite di 2°C. Il lavoro ha dimostrato che con l'attuale riduzione della CO2 che i governi hanno conseguito nell'ambito dell'accordo di Parigi, i loro contributi nazionali sono così deboli che richiederanno tagli molto profondi tra il 2030 e 2050 per evitare di innescare i processi extra in Antartide.

Gli autori hanno utilizzato gli scenari di emissioni di nuova generazione ("percorsi socioeconomici condivisi"), che includono ipotesi su fattori socioeconomici che stanno determinando le emissioni, come la domanda di energia, la produzione di energia, la crescita della popolazione e il PIL. Per questo sono stati in grado di esaminare quali azioni potrebbero essere intraprese per evitare l'aumento del livello del mare.
Questi scenari suggeriscono che il carbone possa raggiungere solo il 5% del mix energetico mondiale entro il 2050 se si vuole contenere l'aumento del livello del mare a circa mezzo metro.

Questi scenari suggeriscono inoltre che il prezzo del carbonio nel mercato dei permessi di emissione di anidride carbonica, dovrebbe essere ben superiore ai 100 dollari per tonnellata, poiché a tale prezzo il livello del mare aumenterebbe di 65 centimetri entro il 2100.

John Church, climatologo dell'Università del Nuovo Galles del Sud, co-autore principale del capitolo sul livello del mare nel terzo e quinto Rapporto IPCC, sostiene che il lavoro è stato l'ennesima conferma che il mondo deve prepararsi all'aumento del livello del mare.
La comunità scientifica non è ancora d'accordo sull'accelerato contributo dell'Antartide all'aumento del livello del mare, identificato nell'articolo del 2016 e descritto in questo studio, ma l'esame delle implicazioni di questi risultati è lo stesso importante.

DeConto, autore principale del documento del 2016, ha dichiarato che è importante riconoscere le buone notizie nei suoi risultati originali, ovvero che gli scenari peggiori sono notevolmente mitigati da un'azione congiunta di tutti gli abitanti della Terra. Improbabile, ma possibile.