Settori che nessuno si fila producono ogni anno montagne di rifiuti che troverebbero applicazioni molto interessanti nel riuso. Il primo esempio è quello degli scarti dell'acquacoltura, in particolare le conchiglie.

Si fa tanto clamore sulle scelte ecologiche di settori fighetti e glam, e si trascura una branca dell'industria del cibo che smaltisce poco ecologicamente milioni di tonnellate annue di scarti di conchiglie. La colpa maggiore è dello scarso scambio di conoscenze tra operatori industriali.

Sono in tanti a fregiarsi del merito di aver costituito esempi di economia circolare, spesso si tratta di fuffa, soprattutto quando a essere coinvolti sono i settori della moda e del frivolo, e i marchi legati a multinazionali. Ne parliamo spesso in vari articoli sul greenwashing (vedi "Grandi marchi si bullano col riciclo in negozio" e "Riciclare anziché riutilizzare le bottiglie di profumo").

In realtà gli esempi più efficaci di circolarità provengono da settori industriali ben delineati, come le filiere della plastica, della carta, dei metalli, delle batterie, degli oli usati, che in Italia in particolare hanno numeri molto incoraggianti.

Un settore ancora inesplorato è quello dei rifiuti agricoli e dell'allevamento ittico, nonostante il valore che si potrebbe ricavare da questi biomateriali. Organizzazioni di tutto il mondo stanno presentando nuovi prodotti e processi che potrebbero aiutare a creare nuovi standard nel settore.

L'industria ittica è responsabile di sette milioni di tonnellate di rifiuti anche abbastanza tosti che si riversano ogni anno nelle discariche o negli oceani, tra cui i gusci di molluschi costituiscono una notevole quota. Gli scienziati del Royal Belgian Institute of Natural Sciences, l'Istituto belga di scienze naturali, credono di aver trovato un modo per affrontare le quantità colossali di biomateriali scartati. E ancora una volta il metodo usato è quello della bioimitazione.

Secondo gli scienziati, le conchiglie dei molluschi, ricche di carbonato di calcio, potrebbero essere utilizzate per ripristinare le barriere coralline danneggiate o applicate in agricoltura per ridurre l'acidità del suolo. "La riutilizzazione delle conchiglie è un esempio perfetto di un'economia circolare, in particolare perché i gusci sono un prezioso biomateriale", sostiene James Morris, ricercatore di Calcium in a Changing Environment (calcio in un ambiente che cambia - CACHE). "Non solo migliora la sostenibilità dell'industria dell'acquacoltura, ma può anche fornire vantaggi economici secondari ai coltivatori e ai trasformatori di molluschi".

I molluschi forniscono servizi ecologici fondamentali per gli ambienti oceanici, assorbendo inquinanti come metalli pesanti e azoto e le loro conchiglie abbandonate offrono rifugio per altri organismi. Il cambiamento climatico, la pesca eccessiva e la qualità dell'acqua in declino stanno però minacciando le popolazioni di molluschi e gli ecosistemi che da loro dipendono. Morris suggerisce che le vecchie conchiglie di ostrica potrebbero essere la chiave per risollevare le popolazioni di ostriche, fornendo una superficie dura per l'insediamento delle larve delle ostriche. Sono già in corso diversi progetti in cui le conchiglie vengono utilizzate per costruire barriere di ostriche.

Le conchiglie possono anche essere usate per trattare le acque reflue e, come detto, controllare l'acidità del suolo, pratica comune nella Spagna settentrionale, dove l'allevamento di cozze sta crescendo.

La filiera è promettente, ma rimangono ostacoli. In questo mondo dominato da brevetti, in cui si tende a proteggere anche processi banali, chi ne fa le spese è lo scambio di conoscenze tra le industrie. Per accelerare il riuso delle conchiglie, sarà necessaria una migliore collaborazione tra imprese, e una minore gelosia su segreti industriali che non avvantaggiano nessuno.