Dalla Costarica un altro esempio di economia circolare con scarti agricoli alla produzione: trasformati da prodotti agricoli di seconda scelta.

Impiegare le derrate di seconda scelta per produrre trasformati agricoli come barrette, salse e cosmetici. Un processo produttivo che da un lato elimina la produzione di rifiuti, dall'altro tutela il reddito dei piccoli agricoltori. Il tutto con un approccio autogestito

Un antico proverbio recita più o meno così: "Dai un pesce a un uomo e lo nutrirai per un giorno. Insegnagli a pescare e lo nutrirai per tutta la vita."

Seguendo questa antica saggezza, due cooperative in Costa Rica stanno insegnando a piccoli agricoltori e agricoltrici come trasformare i rifiuti agricoli in prodotti preziosi utilizzando mele, prugne e guava scartati, per produrre di tutto, dalle barrette energetiche alle salse e ai saponi.

Con il sostegno finanziario del Consiglio per l'istruzione superiore della Costarica, le cooperative Frutalcoop e Cooperoguata hanno avviato un programma nel 2016, nel tentativo di rafforzare la capacità dei produttori di generare nuovi flussi di entrate provenienti da prodotti agricoli che altrimenti finirebbero in discarica a causa di difetti estetici di piccola entità.

Il programma ha analizzato le esigenze dei consumatori locali per determinare quali tipi di prodotti stavano cercando, stilando una lista con alla testa snack e cosmetici. Frutalcoop e Coperoguata hanno poi fornito un corso di formazione per i produttori, in cui questi ultimi hanno potuto apprendere le caratteristiche e le componenti chimiche di questi prodotti.

L'obiettivo era che i produttori di piccole aziende potessero acquisire le competenze e le conoscenze per poi ritrasmetterle alle loro comunità, insegnando agli altri membri come funzionano le cooperative e come trasformare un aspetto tradizionalmente problematico dell'agricoltura - la sovrapproduzione - in un'occasione economica.

Pare un paradosso, ma uno dei problemi più gravi dell'agricoltore è la sovrapproduzione, oggi causata da stagioni secche più lunghe, che talvolta determina un calo dei prezzi fino al 50%, causando danni significativi alle fasce più povere degli agricoltori. Secondo Patrik Matarrita, il direttore generale di Cooperoguata, una delle due cooperative, lo sviluppo di nuovi prodotti potrebbe fornire una soluzione fattibile al problema.

Gli aspetti interessanti del progetto sono tre: la circolarità del modello economico sottostante, con il recupero di tonnellate di frutta altrimenti smaltita, il sostegno al reddito degli agricoltori, tra l'incudine della terra e il martello dei grossisti, ma soprattutto l'approccio di autogestione. Frutalcoop e Cooperoguata si aspettano di mettere in commercio le loro nuove linee di prodotti circolari nel 2018.