La New Plastic Economy, il progetto della Fondazione Ellen MacArthur, punta sull'eco-progettazione per salvare l'economia del riciclo nel settore degli imballaggi.

Una strategia ad hoc potrebbe portare a un aumento del valore degli imballaggi in plastica, che oggi è troppo basso per compensare i costi di raccolta e selezione.

Il piano The NPE: Catalysing Action, che fa parte del programma The New Plastic Economy, pubblicato dalla Fondazione Ellen MacArthur, lanciato circa un anno fa, ha lo scopo di aumentare i tassi di riciclo e introdurre nuovi sistemi circolari nel settore della plastica e in particolare nell'imballaggio. Se la prima strategia si basa sulla riprogettazione del packaging che non può essere né riciclato, né riutilizzato e la seconda strategia punta al riuso come fonte di guadagno, la terza strategia invece si dedica interamente al riciclo.

Questa strategia dedicata al riciclo del piano vuole sottolineare come, attraverso un maggiore impegno verso la progettazione del packaging e verso i sistemi post consumo, si può trasformare il riciclaggio in una grande opportunità economica per almeno il 50% degli imballaggi in plastica.

Per raggiungere questo obiettivo e rafforzare la convenienza economica del riciclo rispetto a discariche ed inceneritori, il programma sta cercando di implementare gli standard di riferimento per il design sia del packaging che dei processi post consumo delle plastiche normate un Protocollo mondiale. Il documento Catalysing action, studia le principali barriere progettuali del packaging, che impediscono un efficace riciclo sia dal punto di vista ambientale che economico, causando problemi sia durante la selezione che durante il riciclo stesso.

In alcuni casi, i danni provocati da una non sistematica progettazione si ripresentano nella fase del post riciclo impattando il mercato degli aggregati riciclati, come evidenziato nell'allarme lanciato da Plastic Recyclers Europe, l'associazione europea dei riciclatori.
La progettazione degli imballaggi è fondamentale in quanto determina il grado di riciclabilità secondo le scelte che riguardano il polimero, ovvero l'imballaggio mono-materiale o polimateriale, gli additivi, gli adesivi, i coloranti, le etichette e infine l'inchiostro.
Le combinazioni tra questi elementi determinano appunto le caratteristiche finali e il possibile impatto, sia positivo che negativo, sull'ambiente.

L'utilizzo di un polimero ad alto valore post consumo come PET o HDPE (polietilene ad alta densità) non è sufficiente se poi non vengono seguite le linee guida per l'eco-design degli imballaggi, in quanto nella fase di progettazione è importante tenere conto del sistema post consumo già esistente, ovvero raccolta, selezione e riciclo, che lo seguirà al termine del ciclo di vita.

Oggi, purtroppo, non avviene questo. Infatti, gli imballaggi, anche quelli riciclabili o compostabili, non vengono riciclati o comunque lo sono in modo molto limitato rispetto alle quantità immesse sul mercato. Un esempio è il Tetra Pak, il quale dispone di due impianti in tutta Italia in grado di riciclarlo. L'economia del riciclo sta nuotando quindi nell'incertezza e nella fragilità: la bassa performance di riciclo del 14% a livello mondiale mette in luce le sfide economiche che il riciclo della plastica incontra in tutto il mondo, a causa delle gestione di imballaggi con polimeri e formati diversi in sistemi post consumo frammentati, se non sottosviluppati.

Ecco che allora i costi di raccolta, selezione e riciclaggio superano i ricavi generati. In Italia il deficit degli imballaggi gestiti dal consorzio Corepla si aggira sui 200 euro a tonnellata per le plastiche e gli imballaggi di alto valore, e intorno ai 500 euro per quelle di basso valore, come le plastiche miste. Le stime sottolineano che i costi sostenuti per il riciclo degli imballaggi in plastica provochino un costo aggiuntivo che si aggira tra i 170 e i 250 dollari a tonnellata raccolta rispetto ad una gestione con il rifiuto indifferenziato. Una cifra che non racchiude però i benefici ambientali, sociale ed economici del riciclo dei materiali plastici: aumento delle occupazioni, riduzione delle emissioni di gas serra, meno impatto ambientale e miglior qualità dell'aria.

L'attuazione della strategia sul riciclo del piano potrebbe portare ad un aumento di valore tra i 190 e 290 dollari. Ciò nonostante, se la proficuità media sarà positiva, persisteranno le barriere tecnologiche ed economiche nella gestione post consumo di alcuni tipologie di imballaggio.

Vista la fragilità del settore del riciclo, è necessario attuare politiche e misure in grado di supportare la domanda della plastica e azioni a sostegno economico del settore per iniziare a registrare effetti positivi in breve tempo.
Il piano, sulla base misure legislative, incentivanti o meno, indica obiettivi vincolanti di riciclo, tasse o divieti sul conferimento in discarica o neli inceneritori dei materiali plastici, tassazioni sul consumo delle risorse o sulle emissioni di carbonio e infine responsabilità estesa al produttore per supportare i sistemi di gestione del posto consumo degli imballaggi.

La fragilità dell'attuale sistema è causata da diversi fattori, come la differenziazione dei nuovi materiali e formati che caratterizzano il mercato del packaging.
Se alcune tipologia di imballaggio hanno portato benefici funzionali, i costi di gestione sono aumentati e il valore post consumo è diminuito.
Non solo, la frammentazione dell'intero sistema di raccolta e selezione blocca la crescita economica e un costante approvvigionamento dei materiali di alta qualità per i riciclatori.
Ma a rendere ancora più difficile il tutto, sono i prezzi di mercato, i quali hanno causato la chiusura di molti impianti di riciclo sia negli USA che in Europa.

Il design del packaging, come già detto, ha un impatto significativo sui costi di raccolta, selezione e riciclo.
La scelta dei materiali, dei colori, del formati e di altri componenti determinano il valore post consumo, il possibile riciclo o se saranno causa di costi aggiuntivi per lo smaltimento, i quali possono raggiungere anche i 300/350 dollari per tonnellata raccolta.
Un esempio sono le bottiglie in PET opaco, che hanno bassissima riciclabilità rispetto a quelle trasparenti.

Il piano interviene su quattro specifiche aree, come la progettazione del contenitore, la scelta del polimero, la scelta del pigmento e infine quella dell'additivo, in quanto sono le principali fonti di innescamento di un impatto positivo sull'economia del riciclo.