La situazione nelle filiere mondiali del riciclo, specie per plastica e carta, potrebbe diventare esplosiva. Abbiamo un piano B? Scenari di un futuro prossimo, non tutti positivi.

La Cina fa sul serio. Ha le potenzialità per risolvere i suoi problemi di approvvigionamento con il solo mercato interno, sempre più forte. È il resto del mondo che sarà in difficoltà, e dovrà arrangiarsi. Meditando sulle proprie strategie scellerate.

La posizione dominante che la Cina detiene nella produzione mondiale ha significato che per molti anni la Cina è stata anche il più grande importatore globale di molti tipi di materiali riciclabili. L'anno scorso i produttori cinesi hanno importato 7,3 milioni di tonnellate di plastica da da paesi sviluppati, tra cui il Regno Unito, l'UE, gli Stati Uniti e il Giappone.

Tuttavia, lo scorso luglio, la Cina ha annunciato grandi cambiamenti nel controllo di qualità sui materiali importati, notificando all'Organizzazione mondiale del commercio che vieterà entro la fine dell'anno le importazioni di 24 categorie di materiali riciclabili e di rifiuti solidi. Questa campagna contro la "yang laji" (spazzatura straniera) si applica a materie plastiche, tessili e carta mista e porterà la Cina a una maggiore indipendenza dall'estero, in quanto sostituirà i materiali importati con materiali riciclati raccolti nel proprio mercato interno, grazie alla crescita di una classe media con stile di vita e di consumo influenzati dall'occidente.

L'impatto sarà di grande portata. La Cina è il mercato dominante per la plastica riciclata. Ci sono preoccupazioni che gran parte dei rifiuti che la Cina attualmente importa, in particolare i materiali a basso grado, quelli meno puri e selezionati, non avranno altro posto dove andare.

Preoccupante è la situazione dell'UE a 27, dove l'87% della raccolta di riciclabili è esportata direttamente o indirettamente (via Hong Kong) in Cina. Ma anche il Giappone e gli Stati Uniti contano sulla Cina per la loro plastica riciclabile. Lo scorso anno, gli Stati Uniti hanno esportato 1,42 milioni di tonnellate di scorie di plastica, per 495 milioni di dollari USA (euro).

Cosa accadrà alla plastica che questi paesi raccolgono attraverso i sistemi di raccolta urbana differenziata, una volta che i cinesi rifiuteranno di accettarla? Quali sono le alternative?

Le plastiche potrebbero andare all'incenerimento (oops, recupero di energia), essendo, dopo tutto, un materiale a base di combustibili fossili e bruciando bene. Potrebbero generare elettricità e migliorare l'autonomia energetica. Peccato che queste pratiche non sono proprio 'popolarissime' tra gli abitanti dei luoghi dove sorgono gli inceneritori, se escludiamo i paesi scandinavi (vedi Non è vero che la Svezia ricicla il 99 per cento dei rifiuti e Sciare sull'inceneritore).

Potrebbero anche andare in discarica, ma qui si passa dalla padella nella brace. In alternativa, i materiali potrebbero essere stoccati fino a quando non si trovano nuovi mercati. Ciò porta altri problemi: ci sono stati centinaia di incendi nei siti dove vengono immagazzinati materiali riciclabili.

È sicuramente ora di cambiare il nostro rapporto con la plastica, anche se il tempo materiale non c'è. La nostra dipendenza dalla plastica è enorme (vedi Plastica: immondizia o risorsa?). Del resto è un materiale affidabile, per certi tipi di imballaggio impareggiabile, flessibile, aderente, adattabile, tecnologico (molti articoli elettronici non esisterebbero senza la plastica. Dobbiamo cercare di limitarne le funzioni. Molti articoli monouso sono realizzati in plastica. Alcuni di essi sono indispensabili per scopi igienici (pensiamo alle sacche per il sangue e altri medicinali), ma molti altri sono solo più comodi.

Limitare l'uso dei sacchetti di plastica attraverso disincentivi finanziari è un'iniziativa che ha mostrato risultati e ha portato a cambiamenti nel comportamento dei consumatori. In Francia, alcuni articoli di plastica usa e getta sono vietati.

I sistemi di deposito e cauzione (vedi Deposito su cauzione anche in Italia?) per le bottiglie di plastica (e le lattine) potrebbero modificare comportamenti sbagliati. La plastica che non può essere riutilizzata potrebbe fornire sostanze chimiche al settore petrolchimico, combustibili ai settori dei trasporti e dell'aviazione, imballaggi alimentari e molte altre applicazioni.

I problemi che stiamo affrontando sono causati dal dominio globale della Cina nella produzione e dal modo in cui molti paesi si sono affidati al mercato per risolvere i loro problemi di riciclo e di spreco. La situazione attuale ci offre l'opportunità di trovare nuove soluzioni al nostro problema di rifiuti, aumentare la percentuale di plastica riciclata nei nostri prodotti fabbricati, migliorare la qualità dei materiali recuperati e utilizzare materiali riciclati in nuovi modi.

Sarà durissima.