La Norvegia progetta la prima nave da crociera a idrogeno a livello mondiale. Un vettore energetico interessante, scambiato per fonte salvifica di energia, fa di nuovo capolino nel settore navale. Ma sembra solo una boutade.

Dichiarazioni roboanti di Viking Cruises sulla prossima possibile progettazione di una nave a idrogeno. La Norvegia inneggia al significato che questo progetto potrebbe avere sul sistema dei trasporti. Dai pochi dettagli tecnici pare sarà una nave elettrica.

Se tutto andasse secondo i piani, Viking Cruises, società privata che propone crociere fluviali e oceaniche, potrebbe in futuro lanciare una nave da crociera a pieno regime alimentata da idrogeno liquido (H2), ovvero la prima nave da crociera al mondo con tecnologia a zero emissioni.

L'annuncio è venuto da Serge Fossati, Project Manager presso la compagnia di navigazione, durante la conferenza sulla sicurezza in mare a Haugesund. La nave sarebbe lunga circa 230 metri e ospiterebbe più di 900 passeggeri e un equipaggio di 500 persone.

Il direttore generale della Marina e dei Trasporti norvegese, Olav Akselsen, ha commentato: "Se questa nostra azienda porterà a termine questa ipotesi, sarà automatico avere una rete di distribuzione di idrogeno liquido che permetterà anche agli altri di utilizzare questo combustibile, il che potrebbe contribuire ad un'industria dei trasporti a emissioni zero."

Viking Cruises, che nell'ultimo periodo ha iscritto numerose nuove navi da crociera nel registro navale norvegese internazionale, prevede di fare lo stesso anche con la nave ad H2, quando e se fosse realizzata, e a questo proposito è già in trattativa con l'Autorità marittima norvegese.

Torstein Hagen, presidente di Viking Cruises, ha dichiarato: "Qui a Viking abbiamo sempre cercato di guardare avanti e di essere all'avanguardia per quanto riguarda il trasporto verde. Come una nave norvegese e con navi norvegesi, vogliamo portare la strada alle navi a emissioni zero grazie alla tecnologia delle celle a combustibile. La strada fino a quel punto è ancora lunga, ma qui a Viking vogliamo essere in prima linea."

Balzato alla ribalta all'inizio degli anni 2000, grazie a un ingenuo trattato di Jeremy Rifkin del 2002 (Economia all'idrogeno. La creazione del Worldwide Energy Web e la redistribuzione del potere sulla terra, Milano, Mondadori, 2002), l'idrogeno è probabilmente il vettore energetico più sopravvalutato della storia, tanto che ancor oggi è considerato erroneamente da qualcuno una fonte di energia alternativa.

Il migliore vantaggio dell'idrogeno è che è assolutamente pulito nel luogo di utilizzo, caratteristica che condivide comunque con l'utilizzo di energia elettrica. Come per tutti i vettori energetici, la sua produzione richiede però energia, e quindi il suo essere 'globalmente verde' dipende da come questa energia è stata ottenuta e a che prezzo ambientale.

Poco trasportabile, poco usabile, pericoloso da usare, dopo un'iniziale infatuazione dell'industria, ha lasciato il campo a sistemi di immagazzinamento e trasporto assai più efficaci, come l'energia elettrica, rimanendo confinato in applicazioni molto interessanti, ma di nicchia, come le celle a combustibile.

L'applicazione navale prospettata da Viking Cruise, dalle poche parole tecniche che siamo riusciti a captare, imbevute in un mare di fuffa, è per l'appunto basata sulle celle a combustibile. Questo significa che i motori non vanno a idrogeno, ma a energia elettrica, mentre le batterie saranno a celle di combustibile, ovvero a idrogeno.

Non è una distinzione da poco. Suscita comunque perplessità il motivo per cui sarebbe importante un trasporto marittimo a 'emissioni zero', visto che il mare non è territorio a rischio inquinamento atmosferico, mentre le centrali di produzione di idrogeno, localizzate sulla terraferma, potenzialmente lo sono.

L'impressione è che si tratti di una boutade pubblicitaria e che nel migliore dei casi si tratti di un'innovazione meno drastica di quanto dichiarato. La sensazione è rafforzata dalla circospezione con cui sono state rilasciate le dichiarazioni, e dalle numerose condizioni ("se tutto va bene, se tutto andrà secondo i piani...") poste sia da parte aziendale che politica.