L'allarme arriva da Unep e Legambiente: l'Italia conquista il terzo posto nella top ten degli inquinatori.

Il Mediterraneo è ormai una "zuppiera di plastica", un pericolo non solo per l'ambiente ma anche per gli animali.

Plastica, stoviglie usa e getta, bottiglie, cotton fioc: è questa la fotografia del Mediterraneo e delle coste italiane.

A lanciare l'allarme sono il rapporto Unep e l'indagine svolta da Legambiente "Beach Litter 2016", in cui si afferma che se non si effettua un cambiamento, i dati potrebbero raddoppiare nel giro di otto anni.

Qualcuno, di fronte a queste accuse, mostra giustamente un po' di sensi di colpa. È il caso di Johnson & Johnson, produttrice di farmaci, prodotti per la cura della persona e per l'automedicazione e apparecchiature mediche, colpevole di uno dei peggiori attentati alla salute dei mari: il famigerato cotton fioc in plastica. La nota multinazionale statunitense ha deciso di cessare la produzione dei maledetti bastoncini scegliendo un formato più decente in termini di degradabilità, in carta.

Questi bastoncini di plastica e ovatta vengono spesso gettati nel wc. Pratica assolutamente scorretta che consente al cotton fioc di raggiungere direttamente il mare a causa della mancanza di efficienza degli impianti di depurazione.

I rifiuti spiaggiati a causa degli scarichi sono il 14% e, oltre ai cotton fioc, vi sono anche assorbenti, deodoranti per wc e infine blister di medicinali.

Il rapporto dell'Agenzia ambientale delle Nazioni Unite, mostra dati significativi: circa 731 tonnellate di rifiuti plastici finiscono ogni giorno nel Mediterraneo e se non si agisce potrebbero raddoppiare entro il 2025.

L'Italia, uno dei Paesi nel cuore del Mediterraneo, è il terzo stato "colpevole", producendo circa 89 mila chili di rifiuti quotidianamente: un vero e proprio pericolo sia per la fauna, che per l'ambiente e l'economia.

A fare peggio sono la Turchia con più di 144 tonnellate al giorno e la Spagna con 125 tonnellate.

L'indagine di Legambiente ha preso in considerazione un'area di 106.245 metri quadrati in cui sono stati trovati 33.540 rifiuti arenati: la classifica vede tra al primo posto i piccoli pezzi di plastica e polistirolo, seguiti dai cotton fioc e poi mozziconi di sigarette, tappi e coperchi, rifiuti di carta, reti da pesca e acquacoltura, stoviglie usa e getta di plastica, materiale da costruzione, bottiglie e pezzi di vetro e contenitori di detergenti.