Uno studio suggerisce una relazione tra l'inquinamento atmosferico e una sensibile diminuzione dell'intelligenza.

Si stima che l'aria tossica causi morti premature di 7 milioni di persone all'anno in tutto il mondo, ma ora si cerca di misurare gli effetti sull'attività cerebrale degli umani.

Oltre ad avere un impatto mortale sulla salute delle persone, si ritiene che anche l'inquinamento atmosferico sia responsabile di una profonda riduzione dell'intelligenza, secondo un nuovo studio.

L'esposizione cronica al particolato aerodisperso sembra causare cali significativi nei punteggi dei test sia per la lingua che per l'aritmetica, con risultati medi che quantificano l'impatto dell'aria velenosa con la perdita di un anno di istruzione.

La ricerca è stata effettuata in Cina, ma è rilevante in tutto il mondo, in quanto oltre il 91% della popolazione del pianeta vive in aree con aria pericolosa ed è ora la quarta causa di morte in tutto il mondo, secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità.

Secondo l'ultimo studio dell'Agenzia Europea dell'Ambiente (EEA), circa 400.000 europei muoiono ogni anno prematuramente a causa delle particelle sottili.

Solo nel Regno Unito si stima che l'aria tossica richieda annualmente 50.000 vite, e quest'anno la Commissione europea ha deferito il governo britannico alla Corte per aver violato le norme UE sulla qualità dell'aria.

L'Italia si piazza al secondo posto nella classifica dei paesi che hanno il maggior numero di decessi causati dalla scarsa qualità dell'aria (79.820), dopo la Germania con 81.160. Il problema da noi sono le polveri sottili, soprattutto al Nord per la presenza massiccia di industrie, agglomerati urbani e traffico automobilistico, oltre che per la natura geografica della Pianura Padana.

L'Italia è prima in classifica per i livelli di ozono e seconda per quelli di particolato atmosferico con un record per l'area di Milano in cui milioni di persone sono esposte ad un livello di inquinante superiore di quasi un terzo il limite di legge.

Lo studio cinese, pubblicato negli Atti dell'Accademia Nazionale delle Scienze, si è svolto nell'arco di quattro anni e ha analizzato test lessicali e aritmetici effettuati da 20.000 persone di tutte le età.

I risultati indicano che un'esposizione prolungata ad aria povera sembra causare una degradazione della cognizione che peggiora con l'avanzare dell'età. L'inquinamento aumenta anche il rischio di malattie degenerative come l'Alzheimer e altre forme di demenza, suggerisce lo studio.

"L'aria inquinata può ostacolare le capacità cognitive man mano che le persone invecchiano, specialmente per gli uomini meno istruiti", affermano gli autori.

"Il danno sull'invecchiamento del cervello causato dall'inquinamento atmosferico impone sostanziali costi sanitari ed economici, considerando che il funzionamento cognitivo è fondamentale per gli anziani sia per le commissioni giornaliere che per le decisioni di alto livello".

Gli effetti negativi dell'inquinamento sembravano avere un effetto più pronunciato sulle abilità verbali delle persone, che l'autore ipotizza sia dovuto all'inquinamento che ha un effetto più forte sulle parti del cervello necessarie per i test verbali.

Gli effetti combinati dell'inquinamento atmosferico ambientale e domestico causano circa 7 milioni di morti premature in tutto il pianeta ogni anno, in gran parte a causa dell'aumentata mortalità per ictus, malattie cardiache, broncopneumopatia cronica ostruttiva, cancro del polmone e infezioni respiratorie acute secondo le stime dell'OMS.

All'inizio di quest'anno un importante studio condotto da ricercatori della Stanford University e della University of California aveva suggerito che quasi un quarto dei decessi infantili nell'Africa sub-sahariana potrebbe essere prevenuto migliorando la qualità dell'aria.