I lavori di costruzione di troglodite centrali a carbone sarebbero ripresi in centinaia di siti cinesi, secondo un'analisi delle immagini satellitari.

Secondo una campagna contro il carbone condotta da un gruppo di ONG, in Cina si stanno completando centinaia di centrali a carbone, nonostante le prese di posizione contrarie del governo di Pechino.

Una ricerca, condotta dai sostenitori della campagna ecologista CoalSwarm, suggerisce sono ripresi i lavori per l'installazione di 259 gigawatt di generazione a carbone in Cina.

Si tratta di un'aggiunta pari alla capacità produttiva di elettricità dell'intero settore del carbone degli Stati Uniti. Lo studio sostiene che i tentativi del governo di cancellare molti impianti hanno fallito.

Secondo questo studio, ci sarebbe stata un'impennata di nuovi progetti a carbone approvati a livello provinciale in Cina tra il 2014 e il 2016. Ciò sarebbe avvenuto a causa di un programma di decentralizzazione che ha spostato l'autorità sulle approvazioni di costruzione di centrali a carbone alle autorità locali. La nuova ondata di lavori per il carbone non sarebbe dovuta dunque a una precisa volontà politica da parte di Pechino, ma semplicemente a problemi di distribuzione di potere politico.

Il rapporto sostiene che la capacità attuale del carbone in Cina sarebbe di 993 gigawatt, ma i nuovi impianti approvati la aumenterebbero del 25%.

Il governo centrale della Cina sta effettivamente cercando di frenare questo boom emettendo ordini di sospensione per oltre 100 centrali elettriche, ma questa analisi suggerisce che questi sforzi sono stati significativamente meno efficaci di quanto voluto.

In questo studio, i ricercatori hanno usato foto satellitari per esaminare ogni centrale elettrica sottoposta a un ordine di sospensione. Hanno trovato che la costruzione sta avanzando in molte località.

Per esempio, nel settembre dello scorso anno, l'amministrazione nazionale dell'energia della Cina aveva ordinato a un gruppo di impianti, che insieme assommavano a 57 gigawatt di elettricità, di rallentare la costruzione.

Ma i dati satellitari suggeriscono che metà di questa capacità sembra non aver rallentato affatto. "Questa nuova prova del fatto che il governo centrale cinese non è stato in grado di fermare la costruzione di centrali elettriche a carbone in fuga è allarmante. Il pianeta non può tollerare un blocco di nuovi impianti pari all'intera capacità attuale del carbone USA," ha dichiarato Ted Nace, di CoalSwarm.

"Non è troppo tardi per il governo centrale per intervenire, ma devono iniziare a cancellare i progetti, non solo rallentarli." Se e quando questa capacità extra diventasse operativa, renderebbe molto più difficile per il mondo limitare la CO2.

Secondo l'Agenzia Internazionale dell'Energia (IEA), per limitare il ​​riscaldamento a meno di 1.75°C al di sopra delle condizioni pre-industriali, la Cina dovrebbe chiudere tutte le sue centrali elettriche a carbone che non dispongono di impianti di cattura e stoccaggio di CO2 entro 30 anni.

Secondo Christine Shearer, principale autrice del rapporto, "la Cina deve iniziare a pianificare un ritiro aggressivo dalla sua capacità a carbone attuale, non costruire centinaia di nuove centrali a carbone."

Secondo altri ricercatori, la costruzione di nuovi impianti avrebbe più a che fare con il potenziamento dell'economia locale in Cina che con l'aumento delle emissioni. "Le centrali elettriche a carbone oggi funzionano solo per metà del tempo in Cina, quindi globalmente la nuova capacità non è necessaria," dice Glen Peters, del Centro per la ricerca internazionale sul clima di Oslo.

"Le nuove costruzioni di centrali elettriche a carbone probabilmente servono a dislocare la produzione di energia sul territorio, piuttosto che per una futura generazione di elettricità, che non avrebbe alcun senso con l'attuale assetto produttivo."