McDonald's cerca di lavare la sua immagine con un piano ridicolo e insufficiente. Alcune associazioni ambientaliste spalleggiano la catena del cibo cattivo.

Con l'iniziativa "Thanks for nothing," McDonald's ha annunciato che riciclerà gli imballaggi. Poco, inutile, ma sbandierato come una grande conquista.

Il colosso del fast food americano McDonald's è noto come il paradiso della cattiva alimentazione, ma anche come uno dei più grandi inquinatori da plastica del mondo. Chiunque abbia solo osservato da fuori le operazioni di rifocillamento in quei luoghi, si è certamente reso conto dell'inutile montagna di plastica sprecata.

E, come tutti i grandi inquinatori, McDonald's ha un ufficio marketing interamente votato al greenwashing. L'ultima sparata è l'annuncio di un nuovo obiettivo da raggiungere entro il 2025, udite udite: riciclare gli imballaggi in tutti i suoi 37.000 ristoranti sparsi in tutto il mondo.

Ovviamente, un'azienda del genere non conosce le parole riuso e riutilizzo. Lasciamo perdere termini come progettazione integrata o zero rifiuti. L'unico sforzo che sono riusciti a partorire è il riciclo degli imballaggi, come se fosse possibile nel 2018 mandare la plastica in discarica.

Ma allo stupore non c'è mai fine: apprendiamo dalla stessa azienda che a oggi solo il 10% dei ristoranti McDonald's nel mondo ricicla gli imballaggi. Una situazione vergognosa e intollerabile, che l'ufficio marketing sta cercando di volgere a proprio vantaggio con questi roboanti comunicati.

Non basta: il colosso del cibo scadente ha affermato di voler arrivare a utilizzare imballaggi realizzati con fonti rinnovabili, riciclate e/o certificate, e soprattutto lontane dalla deforestazione. Niente male per una multinazionale che è additata dagli ambientalisti come il principale responsabile mondiale per la deforestazione, visto che molti allevamenti di bovini suoi fornitori si nutrono di ciò che viene coltivato nelle zone disboscate dell'Amazzonia. Come se un'azienda vendesse polpette di balena incartate con plastica biodegradabile, per non inquinare i mari e disturbare i cetacei.

Raggiungere questi sfolgoranti nuovi obiettivi richiederà tempo e organizzazione nei ristoranti di tutto il mondo, come ha dichiarato Francesa DeBiase, capo catena di approvvigionamento e responsabile della sostenibilità di McDonald's. Per portare a termine questi propositi occorre lavorare con i fornitori, i franchisee e alcuni leader nel settore per effettuare cambiamenti a livello locale.

Bisogna ricordare che già in precedenza la società aveva annunciato che tutti gli imballaggi (involucri di carta, involucri per le fritture e bicchieri di carta) sarebbero stati prodotti da fonti riciclate o certificate e ben lontane dalla deforestazione entro il 2020. A due anni dalla scadenza, pare che siano ancora in alto mare.

Alcuni gruppi ambientalisti come il Fondo per la difesa ambientale (EDF - Environmental Defense Fund) e il WWF (World Wildlife Fund) sembra abbiano accolto bene il nuovo piano di McDonald's. Il patrocinio del WWF per McDonald's grida vendetta al cospetto di Dio, ma anche la partnership di McDonald con l'EDF dura da almeno 25 anni. Il gruppo ci tiene a sottolineare di non essere pagato dalla catena, e ha offerto anche una consulenza sul miglioramento degli standard di imballaggio e benessere degli animali (gratis, supponiamo).

Elizabeth Sturcken, responsabile del programma di partnership aziendale di EDF, sostiene che questa operazione è un modo lecito per "aiutare ad incrementare il fatturato attirando l'attenzione dei consumatori." Siamo commossi per l'attenzione disinteressata di un gruppo ambientalista per i fatturati di una multinazionale. Sturcken ha inoltre dichiarato che la sfida di questo piano particolare per McDonald's sarà quella di lavorare con diversi governi e infrastrutture di riciclaggio in tutto il mondo per raggiungere gli obiettivi. Ma non sarà facile. Mettere un cassone della plastica fuori dai ristoranti McDonald's deve apparire estremamente complicato, a questi pseudo-ambientalisti.