Un nuovo progetto prevede un'isola artificiale per ospitare un mega-trasformatore nel Mare del Nord. Dimensioni enormi, ma costi ancora inferiori alle alternative fossili.

Un progetto olandese mira a costruire un campo eolico presso la Dogger Bank, un banco sabbioso a 125 km al largo della costa dello Yorkshire orientale. Praticamente in mezzo al mare.

Una società elettrica olandese ha avviato un programma che permetterà a molti cittadini che si affacciano al mare del Nord, di essere alimentati da parchi eolici che circondano un'isola artificiale. La proposta promette di far scomparire economicamente le strutture odierne. Dogger Bank, grande banco sabbioso situato a 125 km al largo della costa dello Yorkshire orientale, è stato identificato come un sito potenzialmente ventoso e poco profondo.

La centrale eolica invierebbe energia elettrica su un cavo a lunga distanza verso il Regno Unito e i Paesi Bassi, e forse anche verso il Belgio, la Germania e la Danimarca. TenneT, capofila del progetto, l'equivalente olandese dell'italiana Terna, ha recentemente condiviso i primi risultati di uno studio secondo il quale il suo piano potrebbe costare miliardi di euro in meno rispetto ai parchi eolici convenzionali e ai trasporti elettrici internazionali. La proposta è stata venduta come una risposta innovativa alla sfida dell'industria di continuare a rendere più economico il vento in mare aperto, in quanto le turbine vengono spinte sempre più lontano dalla costa.

L'opportunità di produrre energia lontano dal luogo di consumo è un cruccio vecchio quanto l'energia elettrica. Il trasporto dell'energia è impegnativo (richiede un infrastruttura cospicua in termini di tralicci, cavi e trasformatori), costoso (per la manutenzione dell'infrastruttura) e poco efficiente. Ma, come segnalato in L'energia eolica dell'oceano, in mezzo al mare c'è un potenziale enorme in termini di vento.

TenneT ha dichiarato che è fondamentale per l'industria continuare il percorso di riduzione dei costi. L'eolico onshore è ostacolato dall'opposizione locale e la nearshore ha quasi esaurito i luoghi disponibili. È logico quindi puntare alle aree più lontane. Poiché ogni ulteriore miglio in mare significherebbe un altro miglio di costoso cablaggio per riportare la potenza energetica sulla terra, l'azienda sostiene che è necessario un approccio più innovativo.

L'idea dell'isola risolverebbe teoricamente il quesito, consentendo economie di scala, maggiore velocità del vento e cavi relativamente brevi e convenienti che prendono energia dalle turbine offshore verso l'isola. Lì, l'energia elettrica potrebbe essere trasformata in corrente alternata, per essere trasmessa al Regno Unito o ai Paesi Bassi.

Per ospitare tutta l'attrezzatura, l'isola occuperebbe circa 5-6 kmq, circa un quinto delle dimensioni di Hayling Island nel Canale della Manica. La sfida ingegneristica di costruire l'isola sembra enorme, ma gli olandesi sostengono che nei Paesi Bassi costruiscono isole e fanno emergere terreni da secoli. Gli ostacoli più significativi per il piano sembrano essere quelli economici: servono € 1,5 miliardi solo per costruire il centro energetico nel cuore del progetto, poi occorre pagare il cavo di alimentazione a lunga distanza. Se tutto andasse bene, l'isola potrebbe essere operativa nel 2027.

TenneT pensa che il progetto possa gestire parchi eolici con una capacità di 30GW, più del doppio di tutta l'energia eolica offshore installata oggi in tutta Europa. Quella scala potrebbe attirare nuovi investitori. La compagnia petrolifera anglo-olandese Shell ha recentemente raddoppiato il proprio bilancio energetico pulito, ma ha affermato che le centrali eoliche offshore, nonostante in genere costino miliardi di sterline l'una, non sono ancora abbastanza grandi per potervi investire in modo sostanziale.

L'idea è stata apprezzata e le aziende dicono che l'idea non è così inverosimile come potrebbe sembrare. La Crown Estate, proprietaria della maggior parte dei fondali del Regno Unito (e che trarrebbe vantaggio dalla concessione di licenze per le turbine e per l'isola) sta lavorando con TenneT per capire e approfondire l'idea. È importante pensare a lungo termine, il che comporta valutare la possibilità di ridurre i costi, nonché nuove opportunità per il commercio offshore dell'elettricità eolica a livello internazionale.

Tuttavia, gli esperti hanno dichiarato che ci sono ancora grandi domande cui rispondere nel campo finanziario. L'energia così prodotta appare costosa rispetto a quella prodotta dagli impianti eolici più vicini alla costa, ma l'idea sembra molto interessante. E mentre la tecnologia matura, è opportuno iniziare a pensare fuori dagli schemi. Se l'economia riprende, vendere il vento del Mare del Nord nel continente è un'opzione tutt'altro che trascurabile.