Da tre anni aumenta la fame nel mondo, che si riposiziona ai valori di dieci anni fa. Tra le cause principali, il cambiamento climatico.

L'annuale rapporto di cinque agenzie ONU traccia un bilancio alimentare mondiale in netto peggioramento, soprattutto a causa del clima. Più difficile raggiungere gli ambiziosi obiettivi.

Il cambiamento climatico è un fattore chiave tra le cause del preoccupante aumento della fame mondiale negli ultimi tre anni. La situazione si è recentemente aggravata tornando ai livelli di circa dieci anni fa, secondo un preoccupante rapporto da parte di cinque agenzie ONU: l'Organizzazione mondiale della sanità (OMS), il Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo (IFAD), il Programma alimentare mondiale (WFP), il Fondo per l'infanzia (UNICEF) e l'Organizzazione per l'alimentazione e l'agricoltura (FAO).

Il rapporto annuale "State of Food Security and Nutrition in the World" (lo stato della sicurezza alimentare e della nutrizione nel mondo) evidenzia segnali "allarmanti" di diminuzione della sicurezza alimentare e alti livelli di diverse forme di malnutrizione in tutto il mondo, una situazione in peggioramento in particolare in Sud America e nella maggior parte delle regioni dell'Africa.

Il rapporto, pubblicato la scorsa settimana, sottolinea che la variabilità climatica influisce sulle piogge e sulle stagioni agricole, e che i cambiamenti climatici estremi come la siccità e le inondazioni sono fattori chiave dietro l'aumento della fame, insieme ai conflitti e al rallentamento economico.

Di conseguenza, il numero di persone affamate nel mondo ha raggiunto l'anno scorso 821 milioni, l'equivalente di una persona su nove, secondo le stime del rapporto.

Sono stati fatti progressi troppo limitati nell'affrontare molteplici forme di problemi di salute legati all'alimentazione, che vanno da problemi della crescita per i bambini a obesità per gli adulti, che sta mettendo a rischio la salute di centinaia di milioni di persone. È necessario un raddoppio degli sforzi per raggiungere gli obiettivi delle Nazioni Unite che si sono impegnate all'obiettivo "zero fame" entro il 2030.

"Se vogliamo raggiungere un mondo senza fame e malnutrizione in tutte le sue forme entro il 2030, è imperativo accelerare e moltiplicare le azioni per rafforzare la capacità di recupero e adattamento dei sistemi alimentari e dei mezzi di sussistenza delle popolazioni in risposta alla variabilità climatica e agli estremi," afferma il rapporto.

La sua pubblicazione arriva dopo un'estate di fenomeni meteorologici estremi e inusuali in tutto il mondo, che hanno influenzato la produzione di colture chiave come grano e cereali, nonché frutta e verdura, con conseguente aumento dei prezzi dei prodotti alimentari.

Un gruppo di scienziati lo scorso luglio aveva predetto che i prossimi cinque anni saranno "anomalamente caldi", secondo un'interpretazione ragionata dei dati storici (vedi Cinque anni di caldo intenso).