I danni sempre più ingenti e frequenti degli uragani potrebbero essere spiegati con la rallentata velocità di spostamento, probabilmente anch'essa causata dal cambiamento climatico.

Un nuovo studio mostra che le tempeste tendono a interessare una regione più a lungo, proprio come l'anno scorso l'uragano Harvey. Questo li rende più pericolosi.

Quando si parla di uragani, con velocità del vento che possono superare i 300 chilometri all'ora, si fatica a immaginare come possano essere considerati 'lenti'. Eppure i cicloni tropicali, categoria che comprende gli uragani, sono diventati più statici dalla metà del 20° secolo, secondo i ricercatori. Ciò potrebbe significare cattive notizie per le persone che abitano le zone da loro attraversate.

Uno studio pubblicato sulla rivista Nature si concentra su quella che è nota come velocità di spostamento, che misura quanto velocemente una tempesta si sposta su un'area. Tra il 1949 e il 2016, le velocità di spostamento dei cicloni tropicali sono diminuite del 10% in tutto il mondo, secondo lo studio. Le tempeste, in effetti, sembrano aggrappate a dei luoghi per un periodo di tempo più lungo.

Gli uragani lenti possono essere un problema, come hanno appreso i texani l'anno scorso quando l'uragano Harvey si è fermato sullo stato causando alluvioni devastanti e danni per miliardi di dollari. La tempesta ha lasciato più di 750 mm di pioggia in due giorni e circa 1250 mm in quattro giorni in alcuni punti. Un rapporto pubblicato questo mese dalla Contea di Harris, che comprende Houston, ha scoperto che le piogge di Harvey hanno superato ogni evento di allagamento noto nella storia americana dal 1899.

La quantità di pioggia veramente elevata è dovuta soprattutto al fatto che la tempesta si è mossa lentamente. La grande quantità di pioggia che in genere esce da una tempesta tropicale o da un uragano è caduta nello stesso posto per un lungo periodo di tempo.

Per analizzare i cambiamenti nelle velocità di spostamento, James Kossin, climatologo presso la National Oceanic and Atmospheric Administration, ha usato un insieme di dati globali sulle tempeste tropicali passate. I dati comprendono stime della latitudine e della longitudine del centro di ciascuna tempesta rilevati a intervalli di sei ore.

Confrontando le posizioni di una data tempesta nel tempo, il dottor Kossin è stato in grado di misurare la velocità con cui si è spostato attraverso il territorio. Ha calcolato poi le velocità medie delle tempeste di anno in anno e scoperto che i cicloni tropicali hanno rallentato nel tempo.

Ci sono limiti all'analisi: lo studio non dice quanta pioggia in più prodotta da una tempesta come Harvey è stata causata dal fatto che la tempesta è rimasta statica, rispetto ad altri fattori che contribuiscono, come le acque oceaniche insolitamente calde che hanno alimentato l'uragano.

C'è anche la domanda su cosa sta causando il rallentamento. Il documento è uno studio basato sull'analisi delle osservazioni, quindi non risponde direttamente a questa domanda. Ma prove più ampie suggeriscono che il cambiamento climatico stia giocando un ruolo.

Le aree di vento conosciute come "venti guida" sono responsabili dello spostamento degli uragani lungo i loro percorsi. "Gli uragani sono trasportati passivamente da venti vettori," sostiene Kossin. "Non è proprio come un tappo di sughero in un torrente, ma neanche troppo diverso."

I venti guida traggono energia dalle differenze di temperatura tra i tropici e i poli. Ma a causa dei cambiamenti climatici, la differenza di temperatura sta diminuendo, indebolendo i venti. Venti guida più lenti spostano gli uragani più lentamente.

In aggiunta alle prove, i ricercatori del Centro nazionale per la ricerca atmosferica hanno confrontato simulazioni al computer di 22 tempeste passate con simulazioni di quelle stesse tempeste basate su condizioni climatiche future. Hanno scoperto che le velocità medie di spostamento dell'uragano rallentano nelle future simulazioni. I risultati di questa ricerca sono reperibili sul Journal of Climate.

Un crescente numero di ricerche sta dimostrando che gli uragani stanno diventando sempre più pericolosi. Una recente analisi di noti climatologi, sebbene non sia uno studio peer-reviewed, ha suggerito che anche se i venti che muovono gli uragani si stanno indebolendo, i venti all'interno degli uragani si stanno rafforzando.

Le minacce non sono limitate a coloro che vivono lungo le coste. "L'allagamento di acqua dolce è particolarmente pericoloso nell'entroterra perché le persone in genere non evacuano," dice Kossin. "Luoghi montuosi hanno il pericolo delle frane. Sono le inondazioni di acqua dolce che oggi rappresentano il più alto rischio di mortalità in certe regioni."