La partecipazione e la carriera delle donne nei rifiuti sono un problema ancora spinoso.

Cosa si può fare per migliorare la partecipazione e la carriera delle donne nel settore del riciclo e dello smaltimento? La questione delle donne nei rifiuti è in cima all'agenda del settore?

Il delicato e bistrattato settore del riciclo e dello smaltimento, essenziale nella ricerca di un'economia veramente circolare, deve puntare tutte le risorse disponibili sull'avanzamento tecno-scientifico (più scientifico che tecnologico, in realtà) e sull'uguaglianza di genere. Sono entrambi ambiti di investimento vitali anche per il raggiungimento degli obiettivi dell'Agenda 2030.

Negli ultimi 15 anni, la comunità mondiale ha fatto ben poco per ispirare e coinvolgere donne e ragazze in un settore che parla ancora troppo al maschile. Eppure, nell'ambiente domestico, le statistiche ci dicono che la prevalenza delle operazioni di riciclo è appannaggio delle donne. Come possiamo utilizzare questa sensibilità per l'ambiente nel nostro settore?

In un mondo che affronta il problema delle scarse riserve naturali, l'industria deve chiedere alle donne un passo avanti per innovare e per fare la loro parte nella gestione sostenibile delle risorse essenziali per il nostro futuro.

È necessario capire come le aziende del settore del riciclo e dei rifiuti, tradizionalmente fortemente dominato dagli uomini, possano ottimizzare la capacità delle donne di essere presenti e progredire. Non è un problema solo del riciclo, ovviamente. L'intera industria è ancora fortemente dominata dagli uomini. Ci sono poche donne nei ruoli di leadership, ma soprattutto la carenza si sente nei ruoli operativi e tecnici, percepiti più o meno ovunque come "lavori maschili".

Questo spostamento verso un'industria più femminile è reso più difficile nel settore dei rifiuti, considerato ancora come un'industria "sporca". È un problema anche di procedure e di sicurezza del lavoro, perché da un lato è vero che le matrici con cui si ha a che fare sono scarti, e la sporcizia è un dato di fatto. Ma è anche vero che, con opportuni presidi tecnici, è possibile tenere gli ambienti di lavoro puliti e salubri. In fondo, si tratta di uno dei campi più puliti e più verdi in cui lavorare, uno dei pochi che restituiscono un senso agli operatori.

Nelle aziende che operano nel nostro settore, è fondamentale comprendere le esigenze individuali delle donne al fine di sviluppare strategie intelligenti e tangibili per attrarre, sviluppare, promuovere e trattenere tali soggetti.

Gli enti pubblici hanno due strade: quella tradizionale di occuparsi direttamente della gestione della raccolta e dello smistamento dei rifiuti, o quella più moderna di affidare questi servizi a enti privati. Ma in questo ambito, come anche in molti altri, il prezzo non deve essere l'unico fattore di valutazione dell'appaltatore: occorre inserire nel bando la tutela del lavoro, la base salariare, l'orario, la sicurezza e la salubrità degli ambienti, e pure un'attenzione particolare per il lavoro femminile.

Non solo 'quote rosa', ma anche e soprattutto tutto l'universo di pratiche che danno dignità e protezione al lavoro delle donne: parità di inquadramento e presenza ai livelli di vertice, lotta alle discriminazioni basate sul genere all'interno delle aziende, come quelle dovute alla maternità e alla loro dedizione nella cura della famiglia.