Tra gli effetti più trascurati di questa tremenda iattura pandemica, c'è il silenzio, indotto dal blocco di gran parte delle attività umane. Un dono per scienziati e animali selvatici.

I ricercatori sono in grado di rilevare e misurare cose che prima non potevano. E molte specie, nel silenzio, rinascono.

Il mondo si è silenziato nelle ultime settimane. Autostrade trafficate, che un tempo brulicavano di traffico, marciapiedi affollati che traboccavano di pedoni frettolosi e urlanti al telefonino, si sono improvvisamente svuotati. Ci sono meno aerei in decollo, quasi nessuna barca sull'acqua e nessun autobus scolastico in giro. Sembra che qualcuno abbia premuto il tasto 'pause' del mondo. Il silenzio che ne risulta può essere inquietante per alcuni, ma sicuramente esaltante per altri.

Queste considerazioni naturalistiche sono ignorate dalla maggior parte della popolazione. Per qualcuno sono al massimo una magra consolazione, di fronte al profondo disorientamento e all'angoscia determinati dalla pandemia. Ma, per chi ama veramente la natura, è consolante sapere che alcune creature stanno prosperando in questi tempi difficili. E questo ci spinge a rinnovare gli interrogativi sul nefasto impatto dell'umanità, e su come provare a ridurlo anche dopo la pandemia.

Dal punto di vista scientifico, inoltre, osserviamo che in alcuni campi di ricerca, grazie a questo silenzio, si stanno acquisendo nuove affascinanti conoscenze su questo pianeta, di cui sappiamo ancora così poco. Molti scienziati stanno approfittando dell'improvviso silenzio per fare ricerche senza precedenti.

Per esempio, la ricerca sui mammiferi marini sta traendo profitto dalla nuova quiete artificiale. Le balene sono animali noti per la loro sensibilità al rumore del passaggio di merci e navi da crociera. Di norma fermano il loro canto fino a quando le navi non sono passate.

Un vecchio articolo del Washington Post riporta uno studio accidentale, effettuato nei giorni successivi all'11 settembre 2001, che descriveva come l'arresto del traffico marittimo di quei giorni avesse portato un'immediata diminuzione dei livelli di ormone dello stress nelle balene. I ricercatori sono ora curiosi di vedere come le balene in Alaska si comporteranno in questa stagione, con navi da crociera assenti in modo evidente per la prima volta nella storia.

Oltre agli abitanti del mare, anche quelli del cielo stanno traendo beneficio dal silenzio da COVID-19. Avete notato quanto sia più forte il canto degli uccelli nelle aree urbane in questi giorni? Certo, in realtà non è più forte: c'è solo meno rumore a soffocarlo.

Un abitante di Wuhan ha dichiarato: "Pensavo che non esistessero davvero uccelli a Wuhan, perché raramente li vedevo e non li avevo mai sentiti. Ora so che erano solo silenziati e cacciati dal traffico e dalle persone. Per tutto il giorno ora sento uccelli cantare. Riesco a sentire anche il rumore delle ali."

La diminuzione del traffico rumoroso, sia a terra che in aria, ha l'ulteriore vantaggio di migliorare la qualità dell'aria (vedi Coronavirus: la Cina si sta disinquinando), che a sua volta consente ai bombi di riconoscere più facilmente i fiori, poiché i fumi di scarico mascherano i profumi floreali.

Anche i sismologi festeggiano: ora possono rilevare piccoli borbottii sotto la superficie terrestre che prima erano mascherati dai suoni della città. Secondo il sismologo greco Efthimios Sokos, "è come essere un astronomo in una città in cui le luci sono state appena spente."

Paula Koelemeijer, sismologa inglese, ha dichiarato: "Normalmente non riusciamo a percepire 5,5 gradi Richter dall'altra parte del mondo, perché c'è troppo rumore di fondo. Ma oggi, ma con meno rumore, il nostro strumento è in grado di captare un 5,5 con segnali molto precisi, anche durante il giorno."

Stesso messaggio passa dai geofisici di Bruxelles. A seguito del lockdown nazionale, il rumore urbano è sceso a un livello equivalente a quello del giorno di Natale, rendendo molto più facile rilevare l'attività sismica.