Le immagini satellitari mostrano un drastico calo dell'inquinamento sulla Cina dopo che l'epidemia di coronavirus ha chiuso industria e viaggi del paese.

Secondo l'ente spaziale USA, un calo di inquinamento del genere non si era mai visto.

La Cina, il focolaio iniziale dell'epidemia, ha 80.000 casi di coronavirus, di gran lunga il maggior numero di tutti i paesi, con oltre 3.000 morti.

Gli scienziati hanno scoperto che il coronavirus ha spazzato via almeno un quarto delle emissioni cinesi di gas serra dannosi in sole due settimane a metà febbraio.

L'agenzia spaziale americana Nasa afferma che il cambiamento è almeno in parte correlato al rallentamento economico causato dagli sforzi per contenere il virus.

Ma non è tutto: le mappe della NASA mostrano come i livelli di biossido di azoto, un gas tossico proveniente da veicoli, centrali elettriche e fabbriche, siano crollati dopo la quarantena di massa, rispetto a prima delle misure drastiche per fronteggiare il coronavirus.

Le mappe della Nasa mettono a confronto i livelli di inquinamento tra le prime tre settimane dell'anno e il 10-25 febbraio.

Chiudere gli impianti industriali e chiedere alle persone di fermarsi a casa ha portato a forti cali nella combustione dei combustibili fossili (una delle principali cause della crisi climatica) nel più grande produttore mondiale di gas serra.

Gli scienziati dell'agenzia spaziale hanno affermato che la caduta dell'inquinamento è stata inizialmente evidente vicino a Wuhan, la fonte dell'epidemia, ma alla fine si è diffusa in tutto il paese.

A detta della NASA, questa sarebbe il calo più drastico su un'area così ampia causato da un evento specifico.

Forse si era visto qualcosa di simile, in termini di NO2 (biossido di azoto) durante la recessione economica del 2008, pare che quella riduzione sia stata ben più graduale.