Milioni di italiani che, abitualmente, respirano aria inquinata, potrebbero essere maggiormente a rischio di contrarre il coronavirus e di sviluppare una forma di infezione più grave.

Il lockdown mondiale potrebbe essere un'occasione per pianificare comportamenti di salvaguardia dell'aria che respirate. Abbiate cura dei vostri polmoni.

L'inquinamento atmosferico può causare o aggravare malattie respiratorie come l'asma o la malattia polmonare ostruttiva cronica. E queste malattie possono renderci più suscettibili al Coronavirus.

Queste sono considerazioni di buon senso, quasi banali. Ma c'è dell'altro: è noto che l'esposizione all'inquinamento atmosferico aumenta la possibilità di contrarre virus, indipendentemente dalle condizioni di salute sottostanti.

Secondo la dott.ssa Meredith McCormack, dell'American Lung Association e professoressa associata di pneumologia e terapia intensiva presso la Johns Hopkins University, "l'aumento dell'inquinamento aumenta la suscettibilità alle infezioni. A parità di condizioni, una persona esposta all'inquinamento atmosferico avrebbe probabilmente danni peggiori se fosse esposta al coronavirus."

Parole che confermano la nostra sensazione che, dal Coronavirus, siano state più duramente colpite proprio le aree più inquinate del mondo in termini di PM10, PM2.5 e NOX, come la zona di Wuhan, la Pianura Padana e la Renania/Westfalia.

L'inquinamento atmosferico è oggi diminuito drasticamente in molte parti del mondo di recente (vedi Coronavirus: la Cina si sta disinquinando), poiché le aziende sono chiuse e le persone restano a casa. Questo è stato un toccasana per ridurre i ricoveri.

Va comunque detto che, nonostante l'inquinamento in calo di questi giorni, l'esposizione cronica non può essere emendata rapidamente. Una persona che vive per anni in esposizione quotidiana all'inquinamento, riporta danni sensibili e duraturi al sistema respiratorio e immunitario.

Inoltre, anche nel contesto di questa pandemia, restano comunque aree ad alta esposizione. Le centrali elettriche e le raffinerie, per esempio, sono considerate essenziali e non sono state chiuse.

Ma poca attenzione è di solito dedicata all'inquinamento dell'aria interna nelle nostre case, che potrebbe essere peggiore di quella esterna. Ora che molti di noi sono rinchiusi in casa, la qualità dell'aria interna è ancora più importante.

È necessario evitare il fumo passivo in casa, e chi fuma, dovrebbe smettere. O, almeno, fare tutto il possibile per evitare di esporre altre persone al fumo, per esempio uscendo in balcone per fumare. Lo stesso vale per il fumo da vaporizzatore. Avere un fumatore in casa comporta un particolato che potrebbe essere molto più alto che all'esterno.

Chi assume farmaci per l'asma, con inalatore per esempio, non deve smettere di usarlo. Può essere impegnativo, in particolare in un momento come questo quando non ci sono le stesse routine, ma è un passo importante per proteggersi, soprattutto ora.

È importante pensare anche agli allergeni. Se sentite odore di muffa intorno a casa, bisognerebbe indagare. La muffa aggrava l'asma, e questo potrebbe essere il momento di affrontare le macchie di umidità in corrispondenza di ponti termici perdite di acqua.

Topi e scarafaggi possono provocare l'asma. Sarebbe opportuno riempire le crepe intorno alla casa che potrebbero far entrare i parassiti e aver cura di conservare correttamente il cibo che potrebbe attirarli.

Ancora, friggere cibi o cucinare senza una buona ventilazione non è una pratica salutare. Gli ossidi di azoto delle stufe a gas sono un irritante respiratorio noto, così come il particolato fine che molto si diffonde da fritti e barbecue. È importante accendere la cappa e aprire le finestre.

Ma, per le persone che vivono in prossimità di importanti fonti di inquinamento, aprire una finestra potrebbe non essere una buona idea. Qui sarebbe opportuno valutare l'investimento di un depuratore d'aria.