Sondaggi e previsioni mostrano un'Europa, oggi, molto più attenta all'ambiente, a seguito del COVID-19. È troppo ottimistico pensare che questa crisi abbia cambiato i modelli di consumo, in meglio, in modo permanente?

C'è una cosa che è innegabilmente vera riguardo alla pandemia: ha dato al pianeta un riposo tanto disagevole quanto necessario. Potrebbe essere difficile ricordare la vita prima del COVID, ma non è passato molto tempo da quando l’argomento “emergenza ambientale” era al culmine della sua popolarità.

Ora, ovviamente, l'attenzione si è naturalmente spostata sulla crisi sanitaria in corso, ma la fine (temporanea?) del mondo come lo conoscevamo, negli ultimi mesi, ha inavvertitamente risposto alla chiamata di varie preoccupazioni ecologiche.

Con tutto questo in mente, quali cambiamenti abbiamo visto finora e quale eredità potrebbero avere questi cambiamenti per un futuro, si spera, più verde?

La prima e più ovvia svolta verde è stata evidente: dopo l’annuncio del lockdown di marzo, le nostre strade si sono letteralmente svuotate. Da Milano a Roma, la riduzione del monossido di azoto va dal 24 al 47%. In Veneto il calo è stato addirittura del 60-80% (vedi Il lockdown riduce le emissioni).

Sebbene degli studi suggeriscano che stiamo tornando verso i livelli di traffico pre-lockdown, i vantaggi della tregua degli ultimi mesi non sono indifferenti. Anche l'adozione di metodi di trasporto alternativi da parte di molti è di buon auspicio: la gente è tornata ad usare trasporti pubblici, a muoversi a piedi e in bicicletta per soddisfare le loro esigenze quotidiane di mobilità e fitness. Una scelta che molti, si spera, manterranno mentre usciremo dalle condizioni pandemiche. Questa tendenza, purtroppo, è controbilanciata da quella opposta di usare l'auto anche laddove prima si usavano i mezzi pubblici, per la paura del contagio.

Gli effetti della pandemia sembrano anche aver portato a una riflessione collettiva verso la sostenibilità. Avendo visto in prima persona gli effetti ambientali positivi del lockdown, l'atteggiamento degli italiani nei confronti dell'utilizzo di prodotti sostenibili e di una vita più eco-consapevole si è indubbiamente rafforzato. Oltre il 68% degli italiani ha vissuto in modo più sostenibile dal blocco e intende fare scelte più eco-friendly in futuro.

"Il modo con cui il Covid-19 ha stravolto le nostre vite e abitudini ha evidentemente portato una riflessione collettiva sulla fragilità dell’uomo e del pianeta e sull’importanza delle nostre scelte," scrive Euromedia Research. "A seguito della pandemia le persone sono più consapevoli dell’impatto negativo delle attività dell’uomo sull’ambiente, e quasi la totalità degli italiani (92,7%) ha deciso di modificare in modo virtuoso i propri comportamenti." Atteggiamenti simili sono condivisi in tutta Europa, con la Francia in testa.

Abbiamo avuto segnali positivi dall’inizio della pandemia con il potenziale per un'eredità positiva di lunga durata, ma quanto è realistico aspettarsi di mantenere questa tendenza? Per quanto riguarda le automobili, sembra che sia dato certo, per ora, che le cose torneranno alla normalità pre-COVID, con il presumibile peggioramento per la paura dei mezzi pubblici.

Ma forse qualcosa di positivo c'è: per esempio, qualcuno potrebbe aver iniziato ad usare la bici come “scusa fitness” per uscire di casa durante il lockdown, solo per rendersi conto che preferisce di gran lunga spostarsi in questo modo in generale. Qualcun altro invece, visto che tutt’ora le palestre sono chiuse, preferisce fare le proprie commissioni a piedi per rimanere in forma.

Il cambiamento di atteggiamento nei confronti del lavoro da casa poi fa ben sperare. Grazie allo smart-working, non è necessaria la presenza di tutti e sempre in ufficio, quindi meno è necessario viaggiare per recarsi sul lavoro (vedi La svolta dello smart working).

Le aspettative positive si fermano qui. Anzi, è presumibile che l'emergenza sanitaria abbia spostato in maniera decisa l'attenzione delle persone dalle preoccupazioni ambientali, come quella climatica, o quella legata alla dispersione della plastica (vedi Il COVID è nemico dell'ambiente). La possibilità che la pandemia possa avere un effetto ambientale positivo, di lunga durata, dipende solo da noi.