Secondo un rapporto, le auto d'epoca sarebbero meno dannose per l'ambiente rispetto ai moderni veicoli elettrici.

Una ricerca di Footman James, uno dei principali assicuratori di veicoli d'epoca e storici del Regno Unito, mette in luce che, rispetto ai veicoli moderni, le auto d'epoca avrebbero un impatto molto minore per l'ambiente. L'Indicator Report, di oltre 50 pagine, suggerisce che diverse aree del variegato mondo delle auto d'epoca abbiano margini di miglioramento, ma, nonostante questo, l'impatto ambientale delle auto d'epoca è ancora piuttosto limitato.

Le statistiche contenute mostrano che un'auto d'epoca media (che percorre 2000 km l'anno) genera 563 kg di CO2. In confronto, una tipica auto moderna, come una Volkswagen Golf, emette fino a 6,8 tonnellate di CO2 prima ancora di uscire dalla fabbrica. L'approfondita ricerca afferma inoltre che, anche se un'auto moderna fosse di fatto più efficiente e consumasse meno carburante (cosa assai probabile), il costo ambientale della produzione di un nuovo veicolo lo annullerebbe immediatamente.

Inoltre, i veicoli elettrici a batteria hanno un impatto ancora maggiore in termini di emissioni medie di carbonio rispetto a un'auto classica o moderna con motore a combustione interna. La Polestar 2 completamente elettrica, per esempio, pare crei 26 tonnellate di CO2 solo durante il suo processo di produzione, una quantità di emissioni che una tipica auto d'epoca impiegherebbe 46 anni per eguagliare. Ciò dimostra che, nonostante l'allettante prospettiva di emissioni zero dal tubo di scappamento di un veicolo elettrico, le auto d'epoca sono molto meno impattanti sull'ambiente a lungo termine a causa del loro uso poco frequente.

Altri dati contenuti nel rapporto contribuiscono inoltre a indicare come i proprietari e gli appassionati di auto d'epoca si sentano in merito alla loro impronta di carbonio e all'effetto della guida sull'ambiente in generale. Il rapporto contiene un sondaggio che mostra che due terzi (66%) degli utenti sia già attento all'ambiente e preoccupato per gli effetti del cambiamento climatico. Inoltre, oltre la metà (52%) ha dichiarato che prenderebbe in considerazione la possibilità di aderire a un programma serio per ridurre l'impatto delle proprie auto d'epoca sull'ambiente attraverso la compensazione delle emissioni di carbonio.

L'amministratore delegato di Footman James, David Bond, ha spiegato: "L'Indicator Report è estremamente utile per determinare l'impatto che le auto d'epoca hanno sull'ambiente. È facile pensare che siano più dannose semplicemente a causa dei loro motori più vecchi e meno efficienti, ma i dati di questo rapporto smentiscono questa teoria. Si tratta in realtà di come questi veicoli vengono manutenuti e utilizzati; è chiaro che mentre le nuove auto moderne ed elettriche possono sembrare migliori per il pianeta giorno per giorno, il problema è l'impatto che la loro produzione provoca."

Si tratta di una ricerca non esente da numerose criticità. Innanzi tutto, proviene da uno dei principali assicuratori di veicoli d'epoca del Regno Unito, e quindi è chiaramente di parte. Essi stessi dichiarano di avere come priorità "incoraggiare e sostenere la prossima generazione di proprietari di auto d'epoca." Questo non significa che i dati distribuiti siano falsi, ma sicuramente sono analizzati con un taglio particolare.

Per esempio, non è correttissimo paragonare le emissioni totali di un'auto d'epoca con quelle di una vettura media di ultima generazione, poiché quest'ultima percorre molti più km, rispetto a vetture che sono utilizzate dai proprietari soltanto nel tempo libero e poche volte l'anno.

Altro elemento di confusione è quello tra emissioni calcolate prima del primo avviamento, ovvero quelle emesse per la produzione del veicolo, e quelle effettive allo scarico. Questa critica è assai più blanda, poiché a far confusione sono in realtà un po' tutti, soprattutto i paladini delle auto elettriche. Inoltre, va detto che le auto d'epoca hanno una data di produzione molto indietro nel tempo, per cui il loro acquisto non comporta nuove emissioni.

Altro elemento da tenere in considerazione è la differenza tra 'inquinamento' e 'contributo al riscaldamento climatico'. Chi perora una delle due cause tende a fare confusione volontariamente tra questi due concetti, perché le auto elettriche hanno inquinamento nullo e impatto climatico elevato (e questo basterebbe per etichettare le politiche UE come scellerate), mentre i veicoli a combustione interna sono caratterizzati da alto inquinamento, e impatto climatico relativamente basso.

La frase "meno dannose per l'ambiente" non è scritta a caso: le auto d'epoca emettono grandissime quantità di NOx, SOx e particolato, anche se l'impatto sulla produzione di CO2 è relativo. Di contro, quando leggiamo i comunicati-stampa pro-veicoli elettrici, ci sono frasi come "inquinano di meno", che si riferiscono alle emissioni nulle di NOx, SOx e particolato, ma non c'è nessun accenno alle emissioni equivalenti di anidride carbonica.

Resta comunque il fatto che, con gli opportuni distinguo, l'indagine svela comunque la vanità delle politiche UE sulla riduzione delle emissioni di CO2. Se non si tiene conto dell'anidride carbonica emessa per la produzione del veicolo e delle batterie, e quella per la produzione dell'energia elettrica che le fa funzionare, non ha senso parlare di emissioni-zero.

 

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