L'OMS ammonisce sullo smaltimento illegale dei rifiuti elettronici. Solo il 17% viene smaltito regolarmente. Percentuali ancor più ridicole per il riciclo. Si tratta di una delle maggiori piaghe ambientali del nostro tempo.

L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha reso noto che la vita di bambini, ragazzi e donne incinte nel mondo è in pericolo a causa dello smaltimento illegale di rifiuti elettronici. In una dichiarazione il direttore dell’OMS ha avvertito che la minaccia sta crescendo in linea con la sempre più grande “montagna di e-waste”.

"Il mondo si è mobilitato per proteggere gli oceani e gli ecosistemi da plastiche e microplastiche, allo stesso modo deve impegnarsi a proteggere la nostra risorsa più preziosa, la salute dei nostri bambini dalla crescente minaccia dei rifiuti elettronici" ha aggiunto.

I rifiuti elettronici, in inglese e-waste, sono diventati la categoria di rifiuti domestici in più rapida crescita al mondo, secondo l’agenzia sanitaria delle Nazioni Unite. La Global E-waste Statistic Partnership (GESP) ha affermato che dei 53,6 milioni di tonnellate di rifiuti prodotti nel 2019 solo il 17% è stato smaltito e riciclato correttamente. Il destino dei rimanenti rifiuti è sconosciuto, ma è altamente improbabile che siano stati gestiti e riciclati in modo ecologico.

Alcuni rifiuti elettronici finiscono nelle discariche, ma enormi quantità vengono spesso spedite illegalmente in paesi a medio-basso reddito dove operai in nero (bambini e ragazzini inclusi) raccolgono, smontano o addirittura sciolgono nell’acido i rifiuti nella speranza di trovare metalli preziosi (vedi Raee: la vergogna della discarica di Guiyu  e RAEE: tossine nelle uova africane).

L’OMS ha stimato che almeno 12 milioni di persone lavorano nel settore dello smaltimento, come viene da loro definito, informale. 12 milioni di persone si espongono quotidianamente a rifiuti tossici solo per racimolare qualche soldo. Inoltre si dice che più di 18 milioni di ragazzini in tutto il mondo (a partire dall’età di cinque anni) siano “attivamente impegnati” in un ambiente industriale di sfruttamento più ampio, di cui lo smaltimento di e-waste è solo una parte.

I metodi “informali” per rimuovere metalli e materiali dai rifiuti elettronici sono stati scientificamente collegati a una serie di effetti sulla salute. Quelli più in pericolo i bambini: lo smaltimento “informale” ha conseguenze più pericolose su coloro che vengono esposti a sostanze tossiche durante fasi vitali dello sviluppo neurologico e fisico, l’infanzia.

La gestione impropria dell’e-waste è un problema crescente non ancora riconosciuto come tale da molti paesi” ha affermato un esponente dell’OMS, avvertendo che “se non si interviene ora i rifiuti elettronici avranno conseguenze devastanti sulla salute dei bambini e graveranno pesantemente sul settore sanitario negli anni a venire”.

Molti studi approfondiscono diverse dimensioni del problema, comprese le azioni pratiche che il settore sanitario e altri interessati possono intraprendere per affrontare la questione. Sicuramente servono delle leggi che proibiscano l’esportazione e l’importazione dei rifiuti per garantire uno smaltimento ecologicamente corretto, che possa proteggere la salute e la sicurezza degli operai e delle loro comunità. Molto utile è il lavoro di ONG come il BAN, che nasconde, nei rifiuti, sensori GPS a batteria per scoprire la loro destinazione occulta (vedi Eartheye, il tracciamento dei rifiuti elettronici).

Al settore sanitario viene anche chiesto di investire in studi per riconoscere, diagnosticare e monitorare in tempo gli effetti dell’esposizione ai rifiuti tossici così da poter prevenire e minimizzare le tragiche conseguenze sulla salute. “I bambini hanno diritto di crescere e imparare in un ambiente sano e la continua esposizione a componenti tossici provenienti da rifiuti elettronici ovviamente va contro a questo diritto” ha affermato il direttore del Dipartimento dell’ambiente, dei cambiamenti climatici e della salute dell’OMS.