Si chiama geoingegneria solare l'idea delirante di schermare la terra con aerosol a base di solfati, per fare barriera contro i raggi solari. Questi esperimenti, che hanno dato realizzazione alla leggenda urbana delle scie chimiche, subiscono oggi un'ennesima bocciatura.

Secondo il MIT, infatti, la luce solare riflessa per raffreddare il pianeta, causerebbe maggiori problemi dovuti a severi cambiamenti globali. Ricercatori del Massachusetts Institute of Technology, hanno scoperto che le perturbazioni extra-tropicali, ovvero le regioni di burrasca nelle medie latitudini terrestri,

cambierebbero significativamente se si realzzassero intensamente i progetti di geoingegneria solare.

Dell'idea di ombreggiare la Terra da una porzione del calore del sole, iniettando la stratosfera con aerosol riflettenti, abbiamo già parlato in Geo-palliativi e scie chimiche.  Secondo i tecno-entusiasti di questa teoria, i vulcani farebbero essenzialmente la stessa cosa: le particelle di cenere possono persistere come una sorta di copertura nuvolosa, riflettendo la radiazione solare nello spazio e contemporaneamente raffreddando il pianeta.

Alcuni ricercatori stanno esplorando progetti simili, per esempio lanciando aerosol riflettenti nella stratosfera con aerei, palloncini e dirigibili, per bloccare il calore del sole e contrastare il riscaldamento globale. Ora si ritiene che queste azioni potrebbero avere altri effetti a lungo termine sul clima.

Ora alcuni scienziati del MIT, con uno studio pubblicato su Geophysical Research Letters, hanno scoperto che la geoingegneria solare potrebbe cambiare significativamente le aree di perturbazione extratropicale, ovvero le zone nelle medie e alte latitudini in cui le tempeste si formano tutto l'anno. Queste perturbazioni danno origine a cicloni extratropicali e non agli uragani. La forza delle perturbazioni extratropicali determina la gravità e la frequenza delle tempeste che per esempio caratterizzano il nord-est degli USA.

Il team ha preso in considerazione uno scenario in cui la radiazione solare fosse riflessa in modo da compensare il riscaldamento dovuto a un aumento di quattro volte della concentrazione di CO2. In un certo numero di modelli climatici, la forza delle perturbazioni negli emisferi nord e sud si è indebolita significativamente.

Perturbazioni indebolite significherebbero tempeste invernali meno potenti, ma anche condizioni stagnanti, in particolare in estate, e meno vento per eliminare l'inquinamento atmosferico. I cambiamenti nei venti potrebbero anche influenzare la circolazione delle acque oceaniche e, a sua volta, la stabilità delle calotte glaciali. Insomma, si rischierebbe di creare più danni che soluzioni.

"Circa metà della popolazione mondiale vive nelle regioni extratropicali in cui le perturbazioni dominano il tempo", afferma Charles Gertler, del Dipartimento di Scienze della Terra, dell'Atmosfera e del Pianeta del MIT (Earth, Atmospheric and Planetary Sciences - EAPS), autore principale dello studio. "I nostri risultati mostrano che la geoingegneria solare non si limiterebbe a invertire i cambiamenti climatici. Al contrario, avrebbe il potenziale di indurre nuovi cambiamenti climatici."

In precedenza, altri scienziati avevano modellato l'aspetto del clima terrestre se gli scenari di geoingegneria solare si svolgessero su scala globale, con risultati empre piuttosto negativi. Da un lato, spruzzare aerosol nella stratosfera ridurrebbe il calore solare in entrata e, in una certa misura, contrasterebbe il riscaldamento causato dalle emissioni di anidride carbonica. D'altro canto, un tale raffreddamento del pianeta non impedirebbe altri effetti indotti dai gas a effetto serra come riduzioni locali delle precipitazioni e l'acidificazione degli oceani.

Ci sono stati anche segni che la riduzione intenzionale della radiazione solare ridurrebbe la differenza di temperatura tra l'equatore e i poli della Terra o, detto in termini scientifici, indebolirebbe il gradiente di temperatura meridionale del pianeta, raffreddando l'equatore mentre i poli continuerebbero a riscaldarsi.

"Le perturbazioni si nutrono di gradienti di temperatura meridionali e le perturbazioni sono interessanti perché ci aiutano a capire gli estremi meteorologici", afferma Gertler. "Quindi eravamo interessati a come la geoingegneria influenza le perturbazioni."

"Se osserviamo la varianza della pressione sul livello del mare, abbiamo un'idea della frequenza e della forza con cui i cicloni passano su ciascuna area", spiega Gertler. "Calcoliamo quindi la varianza nell'intera regione extratropicale, per ottenere un valore medio della forza della perturbazione per gli emisferi nord e sud".

I loro risultati mostrano che la geoingegneria solare indebolirebbe le perturbazioni negli emisferi nord e sud. Questo significherebbe tempeste invernali più deboli, ma porterebbe anche a un clima più stagnante, che potrebbe influenzare le ondate di calore, afferma Gertler. Avremmo problemi anche con l'inquinamento atmosferico. Potrebbero anche ridursi ultriormente le precipitazioni. Questi non sono buoni cambiamenti, rispetto al clima cui siamo abituati.

I ricercatori hanno modellato anche il caso del riscaldamento globale da solo, senza l'aggiunta del geoingegneria sociale. Sorprendentemente, hanno avuto risultati opposti nei due emisferi. Nell'emisfero settentrionale, il riscaldamento globale indebolirebbe le perturbazioni nella stessa misura rispetto alla geoingegneria solare. Ciò suggerisce che la geoingegneria solare sarebbe abbastanza inutile.

Nell'emisfero australe c'è una storia leggermente diversa. Il solo riscaldamento globale rafforzerebbe le perturbazioni, mentre l'aggiunta della geoingegneria solare ne impedirebbe il rafforzamento, e anzi porterebbe a un indebolimento.

Questo lavoro, nel complesso, evidenzia che la geoingegneria solare non invertirebbe i cambiamenti climatici, ma sostituirebbe uno stato climatico senza precedenti con un altro: la luce solare riflessa non è un perfetto contrappeso all'effetto serra.

Ci sono molte ragioni per opporsi alla geoingegneria solare, e invece favorire la riduzione delle emissioni di CO2 e di altri gas serra.