Il parlamento UE propone modi per aumentare il riciclaggio delle materie plastiche. Sì alla plastica fossile riciclata, no alle plastiche biodegradabili.

Incentivi per la raccolta di rifiuti marini in mare, nuovi standard e definizioni di biodegradabilità e compostabilità a livello UE e un divieto totale per la plastica oxo-degradabile entro il 2020. Questo chiede il parlamento UE.

La scorsa settimana è passata la proposta di risoluzione non vincolante del Parlamento UE sulle materie plastiche, con 597 voti favorevoli, 15 voti contrari e 25 astensioni

Tra le proposte contenute nel documento approvato, c'è l'istituzione di uno standard di qualità per materie plastiche riciclate. Per garantire la transizione verso un'economia circolare, è necessario un mercato interno stabile per le materie prime secondarie, secondo i deputati del Parlamento europeo. Per questo la risoluzione chiede alla Commissione europea di proporre standard di qualità per costruire fiducia e promuovere il mercato delle materie plastiche secondarie, tenendo conto di vari gradi di riciclaggio compatibili con diversi usi, garantendo al contempo la sicurezza, per esempio quando le materie plastiche riciclate sono utilizzate nei contenitori di prodotti alimentari.

Interessante la netta censura della plastica oxo-degradabile, che si consiglia di vietare dal 2020, considerato che non si biodegrada correttamente, non è compostabile e influenza negativamente il modo in cui la plastica convenzionale viene riciclata. La critica, non il divieto, si estende a tutte le plastiche biodegradabili, accusate nella relazione finale di non impedire l'inquinamento plastico, rappresentando spesso una scusa per continuare a consumare materie plastiche monouso.

Ioana Popescu, di Rethink Plastic Alliance (vedi La bufala della bioplastica), ha dichiarato: "Biodegradabili o meno, la plastica sta intasando la nostra terra e gli oceani, minacciando la salute di esseri umani e animali. Il Parlamento oggi ha riconosciuto che la plastica biodegradabile non è la soluzione per l'inquinamento plastico, ma semplicemente una distrazione dalle soluzioni reali. Politiche che riducono drasticamente il nostro impronta di plastica devono essere implementate con urgenza."

I deputati propongono inoltre un divieto di microplastiche nei cosmetici e nei prodotti per la pulizia entro il 2020. Secondo il parlamento UE, gli Stati membri dovrebbero anche prendere in considerazione la possibilità di ridurre l'IVA sui prodotti contenenti materiali riciclati. Proposta anche la riduzione delle sostanze pericolose nella plastica, per garantire che ciò che è riciclato sia privo di sostanze chimiche pericolose.

Grande attenzione è stata data al concetto di responsabilità estesa del produttore (EPR). I deputati sottolineano che esistono diversi modi per conseguire elevati tassi di raccolta differenziata e riciclaggio, affinché gli Stati membri possano scegliere tra regimi di responsabilità estesa del produttore, sistemi di rimborso dei depositi e maggiore sensibilizzazione del pubblico. Tuttavia, propongono di valutare se l'EPR esistente a livello europeo sugli imballaggi debba essere estesa ad altri tipi di plastica.

I deputati sottolineano inoltre il ruolo importante che i pescatori possono svolgere, in particolare raccogliendo i rifiuti di plastica dal mare durante la loro attività di pesca e riportandoli in porto. La Commissione e gli stati membri dovrebbero incentivare questa attività.

Il relatore Mark Demesmaeker ha dichiarato: "La mia relazione non è un appello contro la plastica, ma un appello per un'economia circolare della plastica, in cui trattiamo la plastica in modo sostenibile e responsabile, in modo da poter fermare i suoi effetti nocivi e preservare il valore nella catena. Per avere successo, dobbiamo usare questa strategia come leva per modelli di produzione e consumo circolari. Dobbiamo fornire soluzioni su misura, poiché non esistono soluzioni passe-partout. E dobbiamo lavorare insieme attraverso l'intera catena del valore."