La plastica ci sta dando una mano per combattere la pandemia, in particolare per i DPI, ma grazie a questo, si sta riprendendo lo spazio devastante che aveva prima del 2020. La riduzione della plastica deve rientrare in cima all'agenda dei Paesi del mondo. Quattro regole banali per approcciare il problema.

Sono 8 milioni le tonnellate di plastica che ogni anno finiscono nell'oceano, mettendo in pericolo la fauna selvatica e inquinando gli ecosistemi. Si prevede che questo numero aumenterà: un recente rapporto del Pew Charitable Trust suggerisce che senza miglioramenti nella gestione dei rifiuti, 90 milioni di tonnellate di plastica potrebbero entrare negli ecosistemi acquatici del mondo entro il 2030. La plastica è stata persino trovata nei corpi delle persone e nell'aria.

Il problema, anziché attenuato, è peggiorato durante la pandemia COVID-19. Oltre al necessario aumento della plastica monouso per dispositivi di protezione individuale (DPI) come mascherine, alcuni governi e aziende hanno ritardato o annullato i divieti di sacchetti di plastica e imballaggi. Prima della pandemia COVID-19, più di 100 paesi vietavano i sacchetti di plastica monouso.

Con la pandemia, 50 città statunitensi hanno attenuato la regolamentazione sulla plastica. A dicembre, la città di Vancouver, in Canada, ha rinviato per più di un anno le tariffe per i bicchieri usa e getta e il divieto delle buste di plastica. Starbucks e Dunkin' hanno sospeso l'uso di contenitori riutilizzabili. E alcuni programmi di riciclaggio sono stati accantonati negli Stati Uniti e nell'Unione europea a causa dei tagli di bilancio dovuti alla pandemia.

Non ci sono alternative: la via è una sola, ovvero seguire quattro regolette banali, ma la cui adozione comporterà enormi sacrifici e l'opposizione di categorie di potere in grado di far vacillare qualunque governo. Ma l'instaurazione di un'economia circolare della plastica è condizione imprescindibile per la nostra convivenza col resto del pianeta.

Occorre pianificare investimenti e dare sostegno all'industria del riciclaggio per renderla competitiva. Occorre adottare approcci diversi e complementari, strumenti economici, regolamentari, compresi sistemi di riutilizzo, riciclaggio e deposito-rimborso (il vuoto a rendere, vedi Distributori di bottiglie alla rovescia). Sono essenziali anche sforzi supplementari a sostegno di questi approcci, come programmi di educazione dei consumatori, requisiti in materia di appalti pubblici, investimenti in infrastrutture per la gestione dei rifiuti e partenariati pubblico-privato.

L'obiettivo deve essere ridurre l'inquinamento da plastica incentivando i cambiamenti nel comportamento delle imprese e dei consumatori, nella progettazione, nelle alternative e nel riciclaggio della plastica.

Primo: Responsabilità estesa del produttore
I programmi di responsabilità estesa del produttore (Extended Producer Responsibility - EPR) devono inchiodare i produttori alla responsabilità per i prodotti in plastica durante l'intero ciclo di vita di tali prodotti. Sono strumenti legislativi che garantiscono progetti sostenibili ritenendo i produttori responsabili della plastica monouso durante la raccolta, il recupero, il riciclaggio o il riutilizzo dei loro prodotti.

In Germania, per esempio, un sistema EPR adottato nel 1991 richiedeva il pagamento di un canone di licenza in base alla quantità e al tipo di imballaggi introdotti sul mercato dai produttori ogni anno. Tra il 1991 e il 1998 l'ordinanza ha portato a una riduzione dei rifiuti stimata di 1 milione di tonnellate. La nuova legislazione sugli imballaggi approvata nel 2019 in Germania a sostegno dell'EPR include anche un registro centrale degli imballaggi, maggiori obiettivi di riciclaggio per tutte le materie plastiche e incentivi monetari da pagare per gli imballaggi ecologici.

In Finlandia, nell'ambito del regime EPR, tutti gli imballatori di prodotti o gli importatori di prodotti confezionati considerati produttori sono legalmente responsabili dell'organizzazione di un sistema di raccolta e riciclaggio per i rifiuti di imballaggi in plastica che entrano nei mercati. Nel 2016, il tasso di restituzione per il PET era del 92%.

Secondo: Vietare la plastica monouso, senza se e senza ma
I divieti e le restrizioni sui prodotti di plastica monouso (che ne vietano direttamente la produzione, la distribuzione o l'uso) sono meccanismi legali ampiamente utilizzati (e con successo) dai governi. Esiste una flessibilità del divieto che consente esenzioni per i prodotti medici e altri usi necessari, promuovendo nel contempo l'uso di prodotti alternativi come sacchetti di stoffa o di carta.

Terzo: Tassare senza pietà i comportamenti viziosi, e incentivare quelli virtuosi
I governi devono imporre tasse per scoraggiare la produzione o l'uso di plastica monouso e offrire agevolazioni fiscali, sussidi e altri incentivi fiscali per incoraggiare alternative ai prodotti di plastica monouso.

Nel 2015 il Portogallo ha incluso una tassa sui produttori di € 0,10 per sacchetto per alcune dimensioni di sacchetti di plastica. Quattro mesi dopo, il consumo di queste borse è diminuito del 74%. Allo stesso modo, in Danimarca, dopo l'introduzione della tassa sui sacchetti di plastica, la riduzione della carta e della plastica utilizzata dalla Danimarca è stimata intorno al 70%.

Quarto: Istituire standard severi di progettazione e prodotto
Gli standard di prodotto, le certificazioni e l'etichettatura devono essere progettati per educare il pubblico sugli impatti ambientali della plastica e sui rischi per la salute e la sicurezza nella loro produzione e utilizzo. La legislazione deve stabilire standard sulla composizione del materiale, la riutilizzabilità, la riciclabilità, la biodegradabilità e garantire che i prodotti possano essere compostati. Questo approccio può supportare la scelta dei consumatori di prodotti sostenibili.

L'Unione Europea ha regole sulla produzione e composizione degli imballaggi per garantire che sia "limitato alla quantità minima adeguata necessaria per mantenere il necessario livello di sicurezza, igiene e accettazione". Richiedere che gli imballaggi debbano essere progettati e prodotti in modo sicuro, ponderato e sostenibile può limitare la produzione e l'uso di plastiche dannose.

Non ci sono bacchette magiche che possano risolvere il problema, solo tanta fatica e la disponibilità ad affrontare le pressioni di categorie ancorate all'uso convenzionale della plastica, come recentemente avvenuto in Italia quando si è cominciato a parlare di regolamentazione. Occorre pianificare la necessaria gradualità, per dare ai settori economici la possibilità di staccarsi dalla dipendenza da plastica.