Secondo una ricerca, gli effetti del cambiamento climatico determineranno un significativo aumento di consumo elettrico nell'Europa del sud. Sotto accusa i condizionatori. Calo inspiegabile nel Nord Europa. Italia in controtendenza.
Uno studio che utilizza sofisticati modelli di simulazione analizza tre scenari di consumo elettrico nel futuro europeo. Sono necessari investimenti nel sistema di produzione e nell'isolamento delle case, anche (e soprattutto) nei paesi caldi.
La domanda di l'elettricità è destinata a
salire nell'Europa meridionale mentre i cambiamenti climatici si aggravano, ha rivelato una ricerca, con l'effetto che potrebbe creare un boom nell'uso dell'aria condizionata.
Al contrario, la domanda di elettricità dovrebbe
diminuire nei paesi del nord, portando a una sempre maggiore polarizzazione in tutto il continente. Questa situazione, secondo i ricercatori, aumenta la necessità di una maggiore integrazione delle forniture elettriche in tutta Europa, in particolare a causa dello spostamento verso le energie rinnovabili.
Pubblicata nella rivista Proceedings of the National Academy of Sciences,
la ricerca di Levermann e colleghi dell'Università di Potsdam e dell'Università della California, Berkeley, descrive in 35 paesi europei gli effetti dovuti alle variabili meteorologiche sul consumo elettrico.
Il team ha utilizzato modelli complessi per calcolare la domanda di energia elettrica tra il 2013 e il 2099
in alcuni scenari: quello in cui non vengono compiuti sforzi per mitigare i cambiamenti climatici, quello in ci si sforza un pochino e, infine, quello in cui si rispetta l'accordo sul clima di Parigi.
I risultati mostrano che complessivamente, la domanda complessiva di energia elettrica in Europa
in generale dovrebbe rimanere quasi costante. Ma all'interno dell'Europa, la domanda di picco diventa polarizzata, con i paesi del nord che fanno calare i consumi e quelli del sud che li fanno esplodere.
La polarizzazione sarebbe comunque più accentuata nello scenario in cui nulla sarà fatto per affrontare il riscaldamento globale. In questo caso, gli autori dicono che la domanda media di energia elettrica massima giornaliera della Spagna e del Portogallo potrebbe salire fino al 5-7% entro la fine del secolo. A questa tendenza
fa eccezione l'Italia, per motivi che i ricercatori non sono riusciti a spiegare. Nel Belpaese non si prevedono aumenti significativi di domanda energetica, in tutti gli scenari ipotizzati.
Levermann sostiene che l'aumento del consumo di energia elettrica nel sud sarebbe dovuto all'
aumento dell'aria condizionata, ma ha aggiunto che non è chiaro cosa c'è dietro il calo nel nord, sottolineando che molti paesi non usano l'elettricità per il riscaldamento.
Detlef van Vuuren, professore dell'Università di Utrecht, ha affermato che lo studio ha risultati coincidenti con una propria ricerca che esamina l'impatto mondiale dei cambiamenti climatici. Ma, ha aggiunto, lo studio non ha tenuto conto di fattori come il passaggio a vetture elettriche, o l'aumento della ricchezza, che potrebbe anche portare ad un aumento dell'aria condizionata. "
Il cambiamento climatico non il fattore più importante per la domanda di elettricità in futuro", ha aggiunto.
Inoltre, van Vuuren sostiene che i sistemi fotovoltaici alimentati a energia solare dovrebbero svolgere un ruolo crescente nell'Europa meridionale, uno sviluppo che potrebbe contribuire ad attenuare i problemi e i costi per soddisfare domanda di picco. Una maggiore necessità di elettricità per i sistemi di raffreddamento rischia di coincidere con condizioni che favoriscono la produzione di elettricità: giornate di sole.
Lucas Davis, dell'Università della California, Berkeley, non tra gli autori dello studio, ha dichiarato che la ricerca potrebbe rivelarsi preziosa nel
pianificare le infrastrutture per le future necessità energetiche.
Ha anche evidenziato un problema significativo: se l'aumento di domanda per condizionamento si manifestasse oggi, il sistema di produzione e di distribuzione di elettricità
non sarebbe pronto. I cittadini dovrebbero investire di più in case meglio isolate e meno in macchine di raffreddamento.
"
L'aria condizionata è meravigliosa, ma mette i nostri impianti elettrici sotto enorme sforzo, e si traduce in miliardi di tonnellate di emissioni di anidride carbonica ogni anno," ha concluso Davis.