A livello mondiale, a dicembre abbiamo prodotto più emissioni di anidride carbonica rispetto a prima della pandemia, secondo nuovi dati dell'Agenzia Internazionale per l'Energia. È un segno che il calo delle emissioni da COVID è stato solo temporaneo e che le emissioni di gas serra sono tornate a salire.
Secondo l'Agenzia intergovernativa internazionale per l'energia IEA, le emissioni di CO₂ derivanti dall'uso di energia in tutto il mondo sono state del 2% più elevate nel dicembre 2020 rispetto ai livelli mondiali durante lo stesso mese dell'anno precedente. Anche la Cina, attualmente il più grande inquinatore di CO₂ al mondo, ha visto un aumento delle emissioni verso la fine dell'anno.
"Il rimbalzo delle emissioni mondiali di carbonio verso la fine dello scorso anno è un chiaro avvertimento che non si sta facendo abbastanza per accelerare la transizione verso l'energia pulita in tutto il mondo", sostiene Fatih Birol, direttore di IEA.
Il rimbalzo delle emissioni è stato trainato dalle principali economie tra cui Cina, India e Brasile. La Cina ha registrato un aumento dello 0,8% delle emissioni di anidride carbonica complessivamente l'anno scorso, secondo la IEA Un'altra analisi dal sito web britannico Carbon Brief ha rilevato che le emissioni del paese sono aumentate ancora di più. Secondo questa nuova rilevazione, le emissioni della Cina sarebbero aumentate dell'1,5% nel 2020 rispetto al 2019 e la spinta sarebbe stata principalmente dovuta a far ripartire l'economia rallentata dalla pandemia, attraverso settori altamente inquinanti come l'edilizia e l'industria pesante.
I nuovi dati chiudono un anno in cui le emissioni mondiali erano inizialmente crollate a causa delle restrizioni poste per fermare la diffusione di COVID-19. Ma una breve interruzione delle attività, come prevedibile, non è sufficiente per evitare la crisi climatica. Per prevenire conseguenze disastrose dal cambiamento climatico, le economie dovranno adottare energia pulita man mano che si riprendono.
Non sorprende che l'inquinamento della Cina sia ancora in aumento. Il suo precedente impegno sul clima ai sensi dell'accordo di Parigi aveva messo il paese sulla buona strada per raggiungere il picco di emissioni entro il 2030. Il premier Xi Jinping si è recentemente impegnato a fissare obiettivi più ambiziosi per la riduzione del carbonio per questo decennio. A settembre, la Cina ha anche fissato un nuovo obiettivo di compensare o catturare più anidride carbonica di quanta ne rilasci entro il 2060.
A livello mondiale, le emissioni devono scendere costantemente e rapidamente per raggiungere l'obiettivo dell'accordo di Parigi di limitare il riscaldamento mondiale ben al di sotto dei 2 gradi Celsius sopra i livelli preindustriali. Abbiamo già riscaldato il pianeta di più di un grado e possiamo vederne le prove nelle siccità, incendi, tempeste e ondate di calore più gravi.
Le emissioni mondiali erano scese di quasi 2 miliardi di tonnellate nel 2020, il più grande calo assoluto nella storia. La maggior parte di questo (circa 1 miliardo di tonnellate, che è più delle emissioni annuali del Giappone) era dovuto al minor utilizzo di petrolio per il trasporto su strada e per il trasporto aereo. Con la ripresa delle attività economiche e di viaggio in tutto il mondo, il consumo di petrolio e le sue emissioni stanno nuovamente aumentando. L'aumento record delle vendite di veicoli elettrici (vedi Auto elettriche: servono davvero?) non è sufficiente a compensare la crescita delle emissioni causata dall'aumento del traffico stradale in tutto il mondo.
Le emissioni mondiali del settore elettrico sono diminuite di 450 milioni di tonnellate nel 2020. Ciò è dovuto in parte alla minore domanda di elettricità, ma anche all'aumento della produzione di elettricità da solare fotovoltaico ed eolico. Affinché il mondo possa raggiungere gli obiettivi climatici dell'accordo di Parigi, in particolare quello di limitare il riscaldamento mondiale ben al di sotto dei 2°C, ogni anno dovrebbe verificarsi un calo delle emissioni del settore elettrico di circa 500 milioni di tonnellate. Sarebbero necessarie riduzioni annuali ancora maggiori delle emissioni dalla produzione di elettricità per mettere il mondo su un percorso in linea con il riscaldamento di 1,5°C.
Al fine di mostrare un percorso sostenibile in futuro, la IEA pubblicherà il 18 maggio la prima roadmap completa per il settore energetico per raggiungere le emissioni nette zero entro il 2050. Nell'ambito della sua attenzione sulle principali transizioni di energia pulita a livello mondiale, la IEA sta lavorando per riunire capi di governo e ministri al vertice Net Zero IEA-COP26 del 31 marzo per intensificare gli sforzi internazionali per trasformare gli impegni di net zero in politiche e azioni energetiche concrete. Ad aprile, la IEA pubblicherà inoltre il suo Global Energy Review 2021, che esaminerà le tendenze emergenti di quest'anno nella domanda mondiale di energia e nelle emissioni di CO₂.
Prevenire danni catastrofici richiede la riduzione delle emissioni di gas serra quasi a zero entro la metà del secolo, secondo i principali scienziati del clima. Ciò richiede passi reali, per una riduzione di quasi l'8% delle emissioni mondiali ogni anno in questo decennio. Secondo la IEA, la pandemia ha ridotto complessivamente le emissioni annuali del 2020 solo del 6% circa. Con le emissioni che sono rimbalzate così rapidamente alla fine del 2020, è chiaro che c'è ancora molto lavoro da fare affinché il mondo possa effettivamente raggiungere questi obiettivi.