Prezzi in ripresa per il prezioso metallo non ferroso. Secondo gli esperti, è un'avvisaglia di quello che può succedere nel settore dei metalli e del riciclo. La produzione industriale si sta risollevando, e condiziona inizialmente le economie manifatturiere.
Secondo l'ISRI, l'Institute of Scrap Recycling Industries i prezzi del rame sono stati deboli all'inizio del 2020. Lincertezza del mercato e le nuove restrizioni all'importazione cinesi avevano avuto un impatto sul settore dei rottami. Tuttavia, i prezzi hanno iniziato a rimbalzare all'inizio del terzo trimestre, poiché le principali economie mondiali hanno mostrato segni di una rapida ripresa, in particolare nel settore manifatturiero.
Secondo Jason Schenker, analista e presidente dell'agenzia di previsioni economiche Prestige Economics, la ripresa della Cina e gli indici di fiducia positivi da parte dei responsabili dei settori degli acquisti, avrebbero "un enorme impatto sul rame". In effetti, l'indice Caixin Manufacturing PMI, che è uno dei più affidabili indicatori disponibili sulla forza dell'economia cinese, ha raggiunto in questi giorni il livello più alto dal 2012. Questo fatto rende molto ottimisti tutti gli operatori mondiali del rame.
Secondo Schenker, la Cina si riprende rapidamente perché la produzione industriale rappresenta una quota considerevole, dal 20 al 25%, del PIL del paese. Economie più dipendenti dai settori dei servizi, come gli Stati Uniti e l'UE (di cui la produzione industriale rappresenta una percentuale che è circa la metà del livello cinese), avranno bisogno di più tempo. Secondo le stime più attendibili, ci vorranno da uno a due anni prima che la crescita di UE e USA torni al livello dell'inizio del primo trimestre del 2020, perché le industrie dei servizi saranno più lente a riprendersi rispetto alla produzione.
Il tasso di disoccupazione, ufficialmente stimato negli Stati Uniti dell'8,4%, è secondo Schenker più vicino al 17% o al 18% e, questo è un grosso freno alla crescita. Al contrario, la popolazione mondiale è in crescita. Per cui è probabile che il boccino dell'economia si sposti verso l'estremo oriente.
Con la crescita della domanda di materie prime e risorse, il ruolo del riciclo nella filiera di approvvigionamento diventerà decisamente più importante. Il 2020 è un anno caotico, nel settore delle materie prime seconde. Questo vale anche per le economie più forti del quadrante orientale, ovvero Cina e India. Secondo gli operatori del riciclo, l'India uscirà molto rapidamente dalla crisi, e questo la renderà più forte.
Solo per fare un esempio, c'è in programma di completare l'elettrificazione dei 70.000 km di ferrovie indiane, il che richiede 200.000 tonnellate di rame. C'è anche una forte spinta per l'energia rinnovabile (l'India ha fissato un obiettivo nazionale del 50% entro il 2030). Il subcontinente asiatico sarà un terreno fertile per il rame e il rame secondario.
Il settore del riciclo indiano ha senza dubbio beneficiato della chiusura cinese delle importazioni di rottami, che ha portato più importazioni a paesi alternativi come l'India. Certamente, a nessun paese piace avere prodotti scadenti, ma il patto non scritto tra riciclatori UE e USA per assicurare una qualità decente, è stato più o meno rispettato.
Il divieto cinese, inizialmente una iattura per i modi e i tempi in cui è stato realizzato, si sta rivelando piano piano un'occasione per un migliore rapporto tra fornitori e clienti. I riciclatori stanno scoprendo l'importanza di affrontare le sfide quotidiane alla luce del sole.