Lanciata la prima capsula per lavatrice costituita dal carbonio catturato dall'industria pesante. Una stagione di greenwashing si sta aprendo per trainare l'industria green più controversa.
La svolta verde del governo Biden sembra avere un entroterra piuttosto corposo nelle multinazionali che sostengono la governance degli USA. Non c'è grande brand che non abbia proclamato il proprio impegno a ridurre, spesso azzerare, il proprio impatto in termini di CO₂. Spesso si tratta di criteri meramente contabili, del tipo piantare un albero di mangrovia ogni tot mila miglia percorse, altrettanto spesso ci si rifugia in tecnologie controverse come la Cattura e Stoccaggio di Carbonio (Carbon Capture and Storage, CCS, vedi Geo palliativi: la bioenergia non salverà il mondo)
Dopo essersi impegnata a rimuovere tutto il carbonio fossile dai prodotti per la pulizia e il bucato entro il 2030, il gigante Unilever propone ora una capsula per bucato costituita dalle emissioni catturate dall'industria pesante. È forse il primo di una lunga serie di prodotti generati da questa miracolosa tecnologia, che servirà a fare da grancassa mediatica per questo tipo di controverse applicazioni.
In cosa consisterebbe la portentosa innovazione di Unilever? La maggior parte dei prodotti per la pulizia e il bucato sono realizzati da multinazionali della chimica, inclusa Unilever. Essi contengono sostanze chimiche ottenute da combustibili fossili. Unilever ha progettato di eliminare tali materiali, per esempio con l'approvvigionamento di alternative a base biologica o a base CCS, ovvero carbonio da strutture di cattura e stoccaggio del carbonio e da centri di recupero dei materiali di scarto, contrassegnati rispettivamente come carbonio viola e grigio.
La portentosa capsula per bucato è il risultato di questi sforzi, e si tratterebbe del primo prodotto al mondo su larga scala a base di carbonio viola. Il carbonio per produrre il tensioattivo per le capsule è stato catturato utilizzando impianti LanzaTech CCS, montati su impianti industriali in Asia. Tra i suoi trofei, LanzaTech ha nel suo palmares ambientale la conversione delle emissioni in etanolo nel suo impianto di Pechino Shougang.
L'etanolo viene inviato a un'altra azienda, l'India Glycols Ltd, per la conversione in ossido di etilene, prima di essere inviato allo stabilimento di Hefei di Unilever in Cina, dove vengono prodotte le capsule per bucato OMO. Le capsule raggiungeranno presto gli scaffali dei rivenditori in Asia, naturalmente corredate di tutte le etichette verdi possibili immaginabili.
Non è dato sapere quanta anidride carbonica venga prodotta per spostare i semilavorato a zonzo per l'Asia per migliaia di chilometri. Ma se ci fidiamo di LanzaTech, dobbiamo prendere atto che il processo utilizzato genererebbe l'82% in meno di emissioni di carbonio nel ciclo di vita rispetto ai processi tradizionali basati sui combustibili fossili vergini.
Sicuramente si tratta di una bella passata di vernice verde su una delle attività, la produzione di detersivi, più impattanti del mondo. Se si tratta di una reale svolta verde, lo dirà il tempo, aiutato dalle verifiche da parte di organi indipendenti, naturalmente.
Intanto, accontentiamoci delle cifre fornite dalla casa. Una ricerca condotta da Unilever in collaborazione con il Nova Institute dichiara che la produzione di carbonio rinnovabile da CCS sarà la chiave per eliminare gradualmente l'uso di carbonio fossile.
Si prevede che il CCS aumenterà in modo significativo in tutto il mondo entro il 2050, per supportare i piani di Giappone, Corea del Sud, Nuova Zelanda, Canada, Cina e Regno Unito che puntano tutte a zero netto o neutralità del carbonio. Oltre al carbonio catturato dai processi artificiali, c'è anche la possibilità di ampliare le alternative a base biologica, alternative, detto per inciso, che convincono molto di più gli ambientalisti.
Ma anche questi sistemi presentano criticità, per esempio legate alla biodiversità. Il carbonio proveniente dagli habitat marini, come le colture di fanerogame marine, è chiamato carbonio blu. Il carbonio proveniente dagli habitat terrestri è noto come verde. Unilever sta lavorando con il WWF per aiutare a dimensionare queste fonti senza creare conseguenze negative non intenzionali per la biodiversità.